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NASCAR
GARA A DOVER
Marco Cortesi
Davvero gli avversari pensavano di essersi liberati di lui? Probabilmen-
te no, ma sta di fatto che Jimmie Johnson è tornato, anche se forse non
se n’era mai andato. Sul circuito dove ha vinto più di chiunque altro, il
Monster Mile di Dover, il californiano ha conquistato la propria secon-
da affermazione del 2014, dominando dall’inizio alla fine e assicuran-
dosi un posto nella Chase For The Cup. L’abbraccio col suo ingegnere
Chad Knaus l’ha detta lunga sulla frustrazione di un inizio anno senza
vittorie. Per uno che ha vinto sei titoli, non dev’essere stato facile vede-
re altri nove piloti gioire in victory lane. Ma non era vera crisi: era una
difficoltà temporanea dopo che la nuova regola sulla limitazione delle
altezze delle vetture aveva cancellato uno dei punti di forza del team
Hendrick numero 48. Sull’ovale del Delaware, caratterizzato da curve
molto inclinate e superficie in cemento, solo due avversari sono stati
in grado di impensierire Johnson. Kevin Harvick è stato nuovamente
tra i migliori ma ha pagato, come spesso gli accade, problemi non deri-
vanti dalla sua guida. Stavolta a penalizzarlo è stata la perdita di un
dado al cambio gomme, che l’ha messo sotto di un giro.
Nel finale, Brad Keselowski ha tentato la rincorsa a Johnson, ma è sta-
to “messo a posto” all'ultimo re-start. Il terzo e quarto posto sono anda-
ti a Matt Kenseth e Clint Bowyer. I due hanno avuto un pesante “scam-
bio di vedute” dopo la gara: dopo aver spedito il favoritissimo Kyle
Busch a muro, il pilota di Michael Waltrip ha toccato il rivale scatenan-
done le ire.
Johnson fersteggia con la figlia
IL RITORNO
DEL RE
A Dover, quella che più di ogni altra è la sua pista, Johnson ritrova il successo
e si assicura un posto nella volata per il titolo. Scintille fra Kenseth e Bowyer