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NDE RITORNO...
DOVRÀ TORNARE
In testa per tre ore la Posche 919 Hybrid
di Webber-Bernhard-Hartley, sopra,
è stata fermata da un problema alla power unit.
La vettura gemella di Dumas-Jani-Lieb, a destra,
costretta ad una lunghissima sosta nei box
per rimediare ad un problema al cambio
è comunque riuscita a tagliare il traguardo
all’undicesimo posto assoluto
Sul tema del “grande ritorno” la Porsche ha costruito una bella campagna di marketing,
che a Le Mans si è materializzata con un impressionante dispiego di mezzi e per poco non
ci scappava la sorpresa di un successo che sarebbe stato di quelli che fanno storia. Alla
21esima ora, la Porsche 919 di Timo Bernhard, Mark Webber e Brandon Hartley era in
testa, grazie ai problemi di turbo incontrati dalle due Audi, ma l’euforia si è spenta poco
dopo, quando non esplicitati problemi di motore hanno costretto la vettura ai box, una
sorte che è toccata poi anche alla vettura sorella di Neel Jani, Romain Dumas e Marc Lieb
subito in ritardo fin dalle prime battute e KO per via del cambio. Il bilancio delle cifre non
è lusinghiero e a dire il vero, piuttosto severo, le Porsche hanno dimostrato di essere a
ridosso di Toyota e Audi in termini di prestazioni, però ancora lontane in termini di costan-
za e di affidabilità, come evidenziato dai mille problemini (soprattutto legati all’elettroni-
ca) incontrati in gara. Soprattutto la 919 di Bernhard, Webber, Hartley fin dall’inizio ha
sofferto problemi all’anteriore che hanno costretto i tre piloti a girare costantemente più
lenti dei rivali. Un handicap notevole, ma nonostante ciò Bernhard si è ritrovato in testa,
senza però la possibilità di difendersi. L’affidabilità mancante a Stoccarda dovrebbero
risolverla con un po’ di tempo, visto il know-how corsaiolo e l’immensa esperienza del-
l’endurance che hanno nel loro DNA. Ma, per ora, almeno nelle gare lunghe, c’è da rin-
correre. Il grande ritorno, insomma, dovrà tornare.
