Italiaracing.net Magazine - page 7

7
disgrazie fatali in diretta. Passi favolosi
sono stati compiuti per proteggere i piloti
modificando i circuiti, rendendo le mono-
posto robuste come carri armati. Ma il pun-
to debole è sempre uno: l’uomo. Ovvero,
quando è una persona sola che deve pren-
dere decisioni immediate possono verifi-
carsi incomprensioni, errori di valutazione,
ritardi di pochi secondi che però possono
significare molto.
Charlie Whiting è l’uomo ora sotto accusa.
Prima del via del GP era nel mirino di tut-
ti perché tardava a dire alla safety-car di
rientrare ai box, gli stessi piloti si erano
innervositi e chiedevano via radio di poter
dare inizio alla corsa. Whiting però, non
voleva prendere decisioni affrettate ed ha
aspettato il momento giusto. Quando Sutil
ha picchiato contro le gomme, cosa era
dunque giusto fare? Chiamare la safety-
car? Forse sì, la posizione era pericolosa,
pioveva, era facile scivolare in quel punto.
Whiting deve avere atteso un attimo, veri-
ficando la comunicazione in arrivo dalla
postazione dei commissari. Che hanno
mandato (probabilmente su suggerimen-
to della stessa direzione gara) nella via di
fuga il trattore. Una operazione, che è
doveroso ricordare, avviene di continuo,
sia in F.1 sia in tutte le altre categorie.
Entra il mezzo di soccorso, si espongono
le bandiere gialle prima della curva dive-
nuta pericolosa, e i piloti devono rallenta-
re. Ma non sempre avviene. Nella Indycar,
appena una vettura si ferma, non solo sui
circuiti ovali, per un problema tecnico,
anche per un leggero contatto contro le
barriere o un banale testacoda, entra in
pista la safety-car. Le interruzioni sono
dunque continue e trasformano la gara in
una noiosa attesa delle varie ripartenze.
Vogliamo questo? In Europa, funziona
diversamente, si espongono le gialle pri-
ma del punto incriminato e si spera nel
buon comportamento dei piloti. Che nei
briefing pre gara con i commissari sporti-
vi, sono sempre ben avvisati di come com-
portarsi. Va anche detto che dal momento
in cui Whiting comunica alla safety-car di
entrare in pista per risolvere una situazio-
ne di pericolo in qualche punto del circui-
to, trascorre del tempo inevitabile che può
rivelarsi fatale. Forse una soluzione
potrebbe essere quella di imporre una full-
yellow, bandiere gialle lungo tutto il per-
corso finché la vettura incidentata non vie-
ne tolta. Si perderebbe meno tempo che
far entrare una SC. Tante saranno le pro-
poste, le proteste, ma ora non ci resta che
pregare affinché Bianchi possa tornare tra
noi come lo conosciamo. E ricordare che a
volte la fatalità, l’incidente inevitabile,
fanno parte del motorsport.
1,2,3,4,5,6 8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,...92
Powered by FlippingBook