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bandiera rossa e alla fine gli incidenti
puntualmente sono arrivati». Nel 2009
all'Hungaroring la molla di una sospen-
sione schizzata fuori dalla Brawn GP di
Rubens Barrichello perforò il casco
appena sopra l'occhio sinistro di Felipe,
fratturandogli il cranio e rischiando di
ucciderlo o di accecarlo. Massa fu ope-
rato d'urgenza alla testa, proprio come
Bianchi. «Prima di tutto dobbiamo
capire cosa è successo a Jules – ha det-
to – mi preoccupa molto il fatto che
abbia sbattuto la testa. La mia opinione
è che la gara sia partita troppo presto,
perché già all'inizio non si poteva guida-
re. E che sia stata fermata troppo tardi».
Per Valtteri Bottas e Lewis Hamilton le
condizioni erano difficili, ma non peggio-
ri che in altre occasioni. «Non sono io
quello che deve giudicare se erano buone
a sufficienza per continuare a correre o
no – ha dichiarato il finlandese dellaWil-
liams – tutta la gara è stata difficile sin
dall'inizio, ma alla fine si trattava di una
gara sotto la pioggia, in pista ne ho pas-
sate di peggiori». Sullo stesso tono anche
il driver della Mercedes: «In termini di
aquaplaning ho corso in condizioni deci-
samente peggiori. All'inizio pioveva vera-
mente forte, ma quando la gara è riparti-
ta era decisamente meglio. Verso la fine
l'intensità della pioggia era salita di nuo-
vo, ma non mi ha causato problemi par-
ticolari».
La differenza tra 'disgrazia evitabile' e
'tragica fatalità', insomma, corre sempre
su una lama sottile. «All'inizo della gara
andavamo ai 100 all'ora, e lo stesso c'era
aquaplaning. Dunque, che cosa è sicuro?
Ed esiste mai, la sicurezza?», si doman-
da Kimi Raikkonen. «Nessuno può dirlo.
E a volte non è neppure importante».
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