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FORMULA 1
GP GIAPPONE
Stefano Semeraro
«Motor racing is dangerous», le corse
sono pericolose. Parole che Niki Lauda
conoscemeglio di chiunque altro perché
le porta incise sul volto, scolpite nella
memoria. E che ieri ha ripetuto anche
dopo il terribile botto di Jules Bianchi.
«L'incidente di Bianchi è frutto di una
serie di situazioni molto difficili, che si
sono verificate tutte nello stesso istan-
te», sostiene Lauda. «Una macchina ha
sbattuto, la gru è entrata in pista per
spostarla, e subito è uscita un'altra vet-
tura. Molto sfortunato». Per l'ex cam-
pione tedesco la colpa è solo della jella,
della volontà beffarda del dio dell'im-
ponderabile che volteggia eterno e bef-
fardo sui campi di gara. Il 24 ottobre del
1976, sempre in Giappone, ma sul cir-
cuito del Fuji, Niki si era trovato nelle
stesse condizioni. Un acquazzone terri-
bile batteva l'asfalto e lui, sopravvissuto
appena due mesi prima al rogo del Nur-
burgring e in piena lotta per il titolo con
James Hunt, aveva chiesto agli organiz-
zatori di annullare la gara. Ma quando
le tv avevano insistito per far partire la
gara Vittorio Brambilla e Clay Regazzo-
ni, il suo compagno di allora alla Ferra-
ri, erano stati i primi a schierarsi sulla
griglia. Niki ci provò per due giri, poi
parcheggiò la sua macchina ai box.
«Semplice, non me la sentivo di conti-
nuare», rispose al giornalista che gli
chiedeva il perché. «Le gare sono peri-
colose – ha scandito ieri Lauda, come a
ripetere un mantra, un esorcismo della
memoria – di solito ce ne dimentichia-
mo, ma quando succede qualcosa all'im-
provviso siamo tutti sorpresi. La verità
è che la pioggia qui a Suzuka non è sta-
to un vero problema. E' entrata la safe-
ty-car e la gara è stata tranquilla più o
meno verso la fine, quindi avrebbe potu-
to terminare senza incidenti. Non si può
dire che l'organizzazione abbia sbaglia-
to. Anche se non c'è dubbio che avreb-
bero potuto far partire prima la gara: se
lo start fosse stato dato all'una le cose
sarebbero andate meglio».
Inutile recriminare. Per il più calcolato-
re dei campioni l'azzardo è comunque
compreso nel prezzo, il rischio un para-
metro come gli altri. La paura una que-
stione personale. FelipeMassa, un altro
che in pista ha rischiato davvero di
morire, la pensa diversamente. «Erano
cinque giri che urlavo nella radio che
bisognava interrompere la gara – ha
protestato ieri – in pista c'era troppa
acqua e non si vedeva nulla. Invece han-
no aspettato un po' troppo a dare la
LA PISTA NON
ERA A RISCHIO
Lo sostengono tra gli altri Lauda e i piloti Hamilton,
Raikkonen e Bottas, ma Massa non è dello stesso
avviso e senza peli sulla lingua accusa
i commissari sportivi di non aver fermato
prima dell’incidente di Bianchi la gara
1,2,3,4,5,6,7 9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,...92
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