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FORMULA 1
GP GIAPPONE
Massimo Costa
Il castello di carte è crollato il mercoledì
dopo il GP di Singapore. In un incontro
svoltosi a Maranello, rivela il magazine
inglese Motorsport, si sono incontrati
Marco Mattiacci e Fernando Alonso. E
sono volate parole grosse. Il responsabi-
le Ferrari ha tenuto il punto, espresso
quella che era la linea futura della squa-
dra. Mattiacci avrebbe detto ad Alonso
che lo volevano più coinvolto con la
squadra e soprattutto che doveva capire
che non era lui a comandare: a quello ci
penso io, ha sottolineato. Aggiungendo
che la Ferrari non era per nulla interes-
sata ad aumentargli l’ingaggio per com-
pensare la pur motivata sete di vittoria
del pilota. A quel punto, Alonso sarebbe
esploso arrivando ad offendere Mattiac-
ci con la frase “sei un figlio di…”. Il limi-
te caratteriale dell’asturiano è noto,
basta ricordare come si comportò nel
team McLaren nel 2007, quel famoso
anno in cui scoppiò la rivalità con Lewis
Hamilton. Dopo aver corso sempre in
“casa”, prima con Minardi, poi per la
Renault del suo manager Flavio Briato-
re, alle dipendenze di Ron Dennis Alon-
so veniva trattato senza particolari rive-
renze e favori, e questo finì per imbestia-
lire il forse troppo viziato spagnolo.
Approdato in Ferrari, ha sempre avuto
tutti dalla sua parte. Nessuno mette in
discussione il talento, i risultati stampa-
ti sono lì a dimostrarlo, anche se è mon-
tata una fazione in seno alla Ferrari nel-
la quale comincia a farsi strada l’idea che
quei due mondiali persi negli anni in cui
la Red Bull non era così imbattibile,
Alonso non sia esente da colpe. Soprat-
tutto il famoso campionato lasciato per
strada per “colpa” di quel sorpasso mai
riuscito alla Renault di Vitaly Petrov ad
Abu Dhabi.
Ma tornando ai giorni nostri, Alonso ha
certamente poche colpe per la resa del-
le monoposto costruite a Maranello.
Lui ha fatto tanto, tantissimo, ma certe
dichiarazioni come “vorrei una Red
Bull”, espressa nel 2013, hannomanda-
to in bestia più di una persona in Fer-
rari, in primis Luca di Montezemolo.
Con la nuova dirigenza, le cose sono
cambiate. Stefano Domenicali che lo
coccolava e l’ex presidente che lo stima-
va, sono svaniti. Sono arrivati i pragma-
tici Sergio Marchionne e Mattiacci, che
come prima domanda si sono chiesti se
Vettel fosse sul mercato. Normale che
si punti a un quattro volte campione del
mondo. Se poi ci aggiungiamo che a
Marchionne e Mattiacci Vettel piace
per il carattere, piace perché è tedesco
e dunque più pragmatico dell’Alonso
furioso, e piace perché pare costi anche
meno, ecco che il dado è tratto. Alonso
dovrà fare le valigie e lasciare il posto
proprio a quel Vettel a cui non ha mai
voluto riconoscere il talento, le qualità.
Una doppia amarissima beffa. Così
come è stata una beffa il fatto che la Red
Bull e Vettel lo abbiano preceduto nel-
l’annuncio. E’ ovvio ora che la destina-
zione di Seb sarà la Ferrari, ma Alonso
avrebbe preferito annunciare lui per
primo l’uscita di scena dalla Rossa e far
sembrare che a Mattiacci and company
non rimaneva che optare per Vettel.
Così invece, è chiaro il contrario… Quel
tedesco lo ha battuto anche sul merca-
to! E ora dove andrà Alonso? Il suo pri-
mo obiettivo era la Mercedes, ma ora è
difficile, impossibile, che Lewis Hamil-
ton lasci la squadra di Toto Wolff. Non
gli rimane che la McLaren-Honda,
sempre che non decida di uscire dalla
F.1. Si parla di anno sabbatico, ma non
è che nel 2016 si libereranno sedili
importanti…
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