38
FORMULA 1
ALAIN PROST
Marco Cortesi
Ancora molto colpito per quanto accadu-
to a Jules Bianchi, e impegnatissimo nel-
la definizione di presente e futuro della
Formula E, Alain Prost si è concesso a
Jerez un salto nel passato, calandosi nel-
l'abitacolo della Renault RS01 per la pri-
ma dimostrazione ufficiale inpubblico. In
forma perfetta nonostante il caldo, ha
risposto alle nostre domande riguardo a
presente e futuro del mondo delle corse,
sia in fatto di auto che di piloti.
Alain Prost ritorna in pista per
mostrare al pubblico la Renault
RS01, e già questa è una notizia
ma... quanto forte ha spinto?
"Non ho spinto troppo, perché come in
tutti gli eventi-show non si ha mai il pro-
prio sedile e non ce n'è bisogno, l'ho fatto
per vedere com'è lamacchina, edè impor-
tante per le persone vedere che lamacchi-
na c'è, e che funziona bene..."
E cosa ne pensa della vettura?
“Prima di tutto èmolto bella, anche all'in-
terno, tutto funziona benissimo, ci sono
molte regolazioni. E una vera macchina
da corsa al cento per cento. Uno step
importanteperRenault e sperocheabbia-
nosuccesso.Siaperquantoriguardaipro-
fessionisti sia per i gentleman, ma penso
che tutti si divertiranno”.
Qual è il bilancio della prima gara
della Formula E, le è piaciuta?
“Mi èpiaciuta finoall'ultima curva! Scher-
zi a parte, sì è stata bella, c'era molta ten-
sione in questo format da un solo giorno.
Era importante riuscire a completare una
bella garaperché c'eranodellepreoccupa-
zioni su come sarebbe andata la prima
volta ed è stata difficile. Partendo da zero,
è stato unbel lavoro,ma ora inizia unpro-
cesso per migliorare ulteriormente
durante le prossime corse”.
Cosa pensa dell'incidente che ha
coinvolto a Pechino suo figlio Nico-
las?
"La realtà è che c'era un problema: Nico-
las sul display vedeva un valore di energia
diverso da quello reale e pensava di non
arrivare al traguardo. Non siamo riusciti
a dirglielo per radio e così ha rallentato
molto. Mentre cercava di coprire la traiet-
toria, e stava guardando nello specchietto
destro, Nick è entrato proprio a sinistra,
moltopiùveloce. Alla finedi una garapra-
ticamente perfetta, era distrutto ma non
ha assolutamente fatto apposta. Gli ho
detto che deve guardare i lati positivi".
Cosa risponderebbe ai tanti critici
del campionato che puntano il dito
su aspetti come la poca velocità, il
cambio vettura a metà corsa o i cir-
cuiti poco selettivi?
"E' lo stesso discorso delle vetture elettri-
che stradali. Le compri per motivi diversi
rispetto a quelli per cui compri le macchi-
ne tradizionali, e non le puoi confrontare
utilizzando gli stessi parametri. Per com-
prenderne il potenziale bisogna pensare
allo step successivo. E così deve accadere
anche per la Formula E. Sì, al momento
usiamo due auto per pilota, ma perché
dovremmo mentire alla gente? Non è che
si vuole far passare all'elettrico tutti gli
altri campionati. La Formula E non va
giudicata come una serie tra le altre, in
questomomento. Invece, indue o tre anni
mostreremo il livello a cui vogliamo arri-
vare. Il feeling è positivo, c'è molto inte-
resse e penso che i progressi tecnologici
permetteranno al campionato di affer-
marsi nel futuro. E' un progetto, che
potrebbe funzionare o non funzionare,
ma sono convinto che ci siano buone pro-
spettive".
Qual è il suo coinvolgimento in
Dams e nella Formula E?
“E' un doppio ruolo perché sono co-pro-
prietario del team, ma anche ambasciato-
re della Renault che investe nel proget-
to. Ci sono tante cose che dobbiamo fare
al momento. Non solo prenderci cura del
team, ma anche guardare al medio e lun-
go termine: tutto è in divenire, anche per
quanto riguarda i regolamenti. Sarà un
processo lungo e richiede continui mee-
ting: la Formula E ci tiene davvero molto
occupati”.
Quindi basta corse o farà ancora
qualche apparizione, magari nel-
l'Andros?
“No, sto facendo troppe cose contempo-
raneamente e ho deciso di fermarmi: è
troppo difficile far combaciare tutto”.
Che ne pensa della tendenza a por-
tare in Formula 1 piloti sempre più
giovani come Max Verstappen?
"In realtà non so che dire. Da un lato non
puoi bloccare chi ha un'opportunità,
anche perché per come sono organizzate
le cose succederà sempre più spesso di
vedere situazioni simili. Però, so che la
FIA sta pensando di introdurre qualche
tipo di regola o di restrizione, anche per-
ché si tratta di un fenomeno potenzial-
mente negativo per l'immagine dell'auto-
mobilismo. Dando l'impressione che, con
tanti ragazzi senza esperienza che sono
subito veloci, in realtà le vetture di oggi
non siano così difficili da guidare. Per
quanto riguarda Verstappen, sono
comunque sicuro che abbia tutto quello
che serve per fare bene".
Pensa che ora sia più difficile arri-
vare alla Formula 1?
“Diciamo che, ai miei tempi, se eri un
super-pilota non potevi rimanere fuori.
Oggi, per arrivare in Formula 1 devi esse-
re all'interno di una filiera, o avere
comunque qualcuno che ti paghi una,
due, tre stagioni nei campionati minori.
Potendosi appoggiare solo a supporti
finanziari esterni, non è detto che si pos-
sa riuscire nell'obiettivo. Anche perché ci
sono troppe categorie, il mondo delle cor-
se e degli sponsor ora è molto spezzetta-
to. E nei grandi programmi ci sono spazi
solo per pochi”.
Per quanto riguarda le donne nel
mondodelle corse, pensa che la vita
sia più facile per loro oggi?
“Ora sono meglio preparate, sicuramen-
te, e forse anche l'ambiente per loro è un
po' più facile. Ma sono anche molto più
sicure di sé. Non è piùnemmenouna que-
stione di condizione fisica, perché ci sono
molte donne pilota in condizioni fisiche
eccellenti che hanno compensato lo svan-
taggioa livellomuscolarenei confronti dei
colleghi. Per il resto, non si può giudicare,
perché... abbiamo ancora troppe poche
donne nel motorsport".
Lei è sempre stato molto attento
all'aspetto della sicurezza, e dopo
l'incidente occorso a Jules Bianchi
è stato piuttosto duro. Pensa che
vada attuato un ripensamento per
quanto riguarda la filosofia sulle
caution e sulle bandiere rosse per
pioggia?
"Penso che non si potrà mai avere un
rischio zero. E si inizia ad entrare in un
discorso che ha quello come obiettivo, ci
sarà sempre qualcosa che non andrà bene
e qualcuno che avrà qualcosa da dire.
Semplicemente, è una questione di pren-
dere le giuste decisioni al momento cor-
retto, considerando tutti i tipi di fattori
che abbiamo. In particolare i mezzi di
recupero in pista. In fondo, sono forse
l'unica cosa che rimane in termini di sicu-
rezza che dovrebbe essere facile da risol-
vere. Ed è per questo che mi sono arrab-
biato..."