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SIBILE

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RALLY JEUNES: LA FEDERAZIONE FRANCESE

"CRESCE" ANCHE ROSSEL

Cosa gli riserva il futuro è ancora tutto da scoprire. Ma intanto Yohan Ros-

sel ha da godersi un presente assai positivo: primo anche al Criterium des

Cévennes, ha vinto con una gara d'anticipo il campionato francese Junior.

Guadagnandosi il diritto a disputare (a costo zero) i sei rally del prossimo

Citroen Racing Trophy con una DS3 R3. E a ripetere l'esperienza al Rallye

de France-Alsace. Nonmale, per un ragazzo che ha appena diciannove anni.

Rossel è l'ennesimo talentino al quale l'operazione Rallye Jeunes ha per-

messo di mettersi in luce. “E' anche il primo ad aver vinto un titolo france-

se nell'anno immediatamente successivo a quello in cui è stato seleziona-

to”, osserva Nicolas Dechaux. Il presidente della federazione transalpina

ha mille motivi per mostrarsi soddisfatto di una inziativa che in vent'anni

ha dato modo a legioni di aspiranti piloti di realizzare il loro sogno. Che ha

laureato un numero consistente di piloti che si sono poi costruiti una bel-

la carriera, da Nicolas Bernardi a Bryan Bouffier. Oltre, ça va sens dire, a

Sébastien Loeb e Sébastien Ogier, i due che nelle ultime undici stagioni

hanno monopolizzato il mondiale.

“La nostra speranza – aggiunge il massimo dirigente dell'automobilismo

da corsa dell'Esagono – è che Yohan continui il suo percorso di crescita fino

ad essere protagonista nella serie iridata”. E' quello che ovviamente spera

pure l'interessato che a sentirsi chiedere quale regalo vorrebbe trovare sot-

to l'albero, ribatte candido di aver già ricevuto quello che desiderava: “Dopo

una sola annata di gare con una DS3 R1, la certezza di gareggiare con una

DS3 R3 è il massimo. Ma se proprio devo rispondere, beh, dico che mi pia-

cerebbe affrontare una bella gara con una Citroen vuerrecì...”.

SANDERN PARN, DALL'ESTONIA CON FURORE

Non ha cominciato ieri. Ventitré anni il prossimo febbraio, Sander Parn ha

alle spalle qualche stagione di corse nelle quali ha già collezionato ottanta-

due gettoni di presenza con vetture diverse: con la C2 con la quale aveva

debuttato nel mondiale e con un'Impreza, ma soprattutto con la Fiesta R2

che ha usato per vincere il Dmack Trophy e guadagnarsi il passaporto per

disputare il prossimo Wrc-2 con una Fiesta R5. Come Ott Tanak – classe

1987 – che continua a battersi, spesso con buon successo, per ritagliarsi un

posto al sole e il suo coetaneo Karl Kruuda che ha appena mancato l'obiet-

tivo di imporsi nella seconda serie iridata ma ha comunque vinto il campio-

nato finlandese, il ragazzo è nato e cresciuto in Estonia. Un Paese di quaran-

tacinquemila chilometri quadrati, meno di quanti si avrebbero a sommare

l'area di Piemonte e Lombardia, abitato da un milione e trecentomila per-

sone, meno di quante vivono in Liguria. Ma assai ben rappresentato nei ral-

ly. Da sedici anni, da quando Markko Martin iniziò a frequentare la serie iri-

data con una Corolla della Scuderia del Grifone. Ci sapeva fare e lo dimostrò

vincendo all'Acropoli, in Finlandia, in Messico, al Tour de France e in Cata-

lunya. Più che abbastanza per diventare un idolo per tanti ragazzi della

repubblica baltica, per dar loro la voglia di provare a seguirne le tracce.

Insomma: per fare da traino a uno sport che fino ad allora non aveva pro-

dotto grandi campioni. Dopo di lui è statoUrmoAava a dimostrare che anche

in una nazione non grande, senza un costruttore d'auto nazionale e troppo

poco abitata per essere un mercato appetibile, possono nascere piloti bravi.

Non ha vinto granché, il lungo di Tallin, e tuttavia ha dato un seguito al movi-

mento. Ha fatto il necessario per far sì che sulle strade dei rally mondiali

continuassero a vedersi le bandiere a strisce orizzontali azzurre-nere-bian-

che. Quelle che ora sventolano per Parn, per Tanak, per Kruda...

Yohan Rossel