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EUROPEO RALLY

CORSICA

Guido Rancati

Basta 'a salute e un par de scarpe nove che poi girà tutto

er monno. Stéphane Sarrazin ha queste e quella e il mon-

do lo gira davvero: domenica l'altra era a Shanghai, sul

secondo gradino del podio della manche cinese del World

Endurance Championship e sei giorni dopo si ritrova ad

Ajaccio. A festeggiare la vittoria nel Giru di Corsica. Qua-

rant'anni compiuti in quello che era il Celeste Impero a

cercare, in compagnia di AlexanderWurtz e Kazuki Naka-

jima, di mettere il sale sulla coda ad Antony Davidson e

a Sebastien Buemi, l'eclettico di Alès si gode il momento

insieme a Jacques-Julien Renucci. E confessa che vince-

re sull'asfalto dell'Ile de Beauté è un sogno che si avve-

rato: “Come il Monte-Carlo, il Tour rappresenta qualco-

sa di magico per chi ama i rally e fin da bambino ero affa-

scinato dalle gesta dei campioni che affrontavano le spe-

ciali corse”. Sguardo e tono della voce non lasciano dub-

bi: è assolutamente sincero. Il primo posto lo ha appaga-

to. Ma non gli ha tolto la voglia di continuare a essere pro-

tagonista anche su strada: “La pista non mi lascia tanto

tempo libero, però è certo che qualche altro rally lo dispu-

terò pure nella prossima stagione”. Intanto ha da mette-

re in bacheca il successo conquistato alla fine di un testa

a testa altamente adrenalinico con Bryan Bouffier.

Sono stati grandi, i due transalpini. Hanno fatto gara a

sé, hanno lasciato agli altri solo particine secondarie. A

tutti: a Esapekka Lappi che per cercare di tenere il loro

passo ha chiuso la prima delle due giornate stropiccian-

do niente male la sua Fabia, a Julien Maurin che voleva

festeggiare degnamente la conquista del titolo francese e

invece, prima di gettare la spugna per un guasto, ha tro-

vato modo di squarciare due pneumatici, a Craig Breen

che neppure dopo aver ritrovato una 208 T16 efficace è

riuscito a vincere una prova. E anche a Kevin Abbring che

pure è riuscito a salire sul podio. Da dove ha ricordato di

aver usato una R5 e non, come i due ai quali ha fatto da

paggetto, una Regional. “E fra lamia e loro vetture c'è una

certa differenza di prestazioni”. Dev'essere così, eppure

pare un tantino riduttivo attribuire solo alla maggior

competitività delle Fiesta il dominio dei due transalpini.

Che se le sono date di santa ragione fin quasi alla fine,

fino a quando un dritto ha costretto Bouffier a mettere da

parte i suoi sogni di gloria. Ma non ad alzare il piede, non

a tirare a campare sull'enorme vantaggio nei confronti

dell'olandesino con la Peugeot.

“Non posso che essere contento di questo secondo

posto”. Prima ancora che Stéphane Sarrazin finisca

l'ultima prova speciale, Bryan Bouffier ammette di

aver perso. E' andato forte anche nell'ultimo tratto

cronometrato, ma non prende neppure in considera-

zione l'ipotesi che il tempone ottenuto nel secondo

passaggio sulla Sarrola-Liamaone sia sufficiente a

ribaltare a suo favore l'esito del duello. Ha la coscien-

za a posto, il (quasi) trentasettenne della Drome. E

non lascia spazio ai rimpianti per quello che avrebbe

potuto essere e non è stato: “Con il senno di poi –

osserva – è facile dire che indurire l'assetto della Fie-

sta prima della seconda giornata sia stato un errore.

La realtà è che una gara tanto impegnativa come que-

sta andrebbe preparata in ogni dettaglio, anche effet-

tuando almeno un giorno di test. E io invece ho potu-

to macinare con questa Fiesta solo pochi chilometri.

Ma va bene così: ho vinto qualche prova, sono stato

anche in testa per un attimo e mi sono divertito...”.

BOUFFIER SCONFITTO MA SERENO