Background Image
Previous Page  60 / 82 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 60 / 82 Next Page
Page Background

60

IL PERSONAGGIO

TOM KRISTENSEN

davanti. Ci tenevo tanto perché a quel tem-

po Tom, pur avendo un talento fuori dal

comune, non aveva ancora vinto nemmeno

un campionato. Alla fine del mio doppio

turno di guida riconsegnai la R8 a Tom al

primo posto, e da lì anche lui ritrovò il rit-

mo, permettendo a noi di vincere la gara e

a lui di portare a casa il titolo ALMS. Dopo

quella corsa, sia lui sia il padre mi ringra-

ziarono almeno un centinaio di volte. Tom

si era reso conto che anche se quella corsa

era più importante per lui che per me, io

avevo dato tutto, forse ancora più del soli-

to. Fu in quell'occasione che si creò un lega-

me che dura ancora oggi".

Come hai preso la notizia del suo riti-

ro?

"Ovviamente l'ho saputo prima degli altri.

Mi ha chiamato una mattina alle 8, e quan-

do ho visto che mi stava chiamando così

presto sapevo che ci poteva essere solo una

ragione: o era successo qualcosa di grave o

aveva preso una decisione importante. For-

tunatamente si trattava del secondo caso. Le

parole esatte sono state: 'Ho deciso di rag-

giungerti nel club', riferendosi al club dei

pensionati di cui facciamo parte io e

McNish. Conoscendolo, però, mi sono stu-

pito che abbia scelto di comunicarlo conuna

conferenza stampa prima della fine della

stagione, suscitando un certo clamore. Lui

è molto riservato e il ritiro in particolare è

un argomento che lo metteva molto a disa-

gio. Io stesso, per dire, ne ho parlato più con

sua moglie che con lui, giusto in occasione

della scorsa 24 Ore di Le Mans".

Quale credi che sia la ragione per cui

ha scelto di fermarsi adesso?

"Non so dirlo con certezza, ma non credo

sia legata semplicemente all'età. Dal punto

di vista fisico Tom ha sempre curato la pre-

parazione al top, credo che anche in questo

momento sia più in forma di molti giovani

piloti professionisti che si presentano sulla

scena dell'Endurance"

Quanto siete stati in competizione

tra voi durante i vostri anni con

Audi?

"La competizione c'è sempre stata, ma è

sempre stata sana e positiva, ci ha sempre

spinto a dare il massimo. Un periodo par-

ticolarmente divertente è stato il 2003,

quando eravamo parte del programma

Bentley. Un anno in cui, essendo i due pilo-

ti Audi 'prestati' al progetto, eravamo unpo'

isolati rispetto al resto del team. Fortuna-

tamente per noi eravamo anche i più velo-

ci, e questo ci portò in una spirale estrema-

mente stimolante in cui l'obiettivo dell'uno

era battere il tempo dell'altro. A volte, men-

tre facevamo le simulazioni di 24 Ore, Tom

mi scriveva un SMS alle 3 di notte, quando

era appena sceso dalla macchina per dirmi

che aveva battuto il mio tempo, e ovvia-

mente così facendo mi svegliava. Io, altret-

tanto ovviamente, facevo lo stesso, e tra

uno scherzo e l'altro intanto tutti e due

spingevamo davvero al limite".

Cambierà qualcosa tra voi dopo il

ritiro?

"Non credo proprio. Ci sentiamo settima-

nalmente, e credo che continueremo a far-

lo. Tra tutti gli equipaggi di cui ho fatto par-

te, quello Capello-Kristensen-McNish è

stato veramente una famiglia, l'unico in cui

abbiamo avuto tra noi la fiducia necessaria

per parlare anche della vita reale, chieden-

doci consigli l'un l'altro e confrontandoci

quotidianamente con la vita di tutti i gior-

ni. Mi fa piacere perché Tom è una perso-

na che si apre solo se si fida di qualcuno al

110%, e fra noi evidentemente c'è questo

tipo di rapporto".

Non c'è la tentazione di fare ancora

qualcosa insieme?

"Adesso, per scherzo, visto che siamo tutti

e tre liberi abbiamo iniziato a parlare della

possibilità di fare la Le Mans Classic. Chis-

sà mai che un giorno non si possa fare dav-

vero...”.

Nel 2012 il pilota danese vince a Sebring,

sempre con Capello e McNish