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Hai avuto modo di provare con tanti

team in Formula Renault 3.5. Con

quale hai avuto il feeling migliore?

“Penso che i valori della classifica rispecchi-

no in un certo senso anche il potenziale del-

le squadre. Dams, Arden e Fortec sono tra i

piùvincenti e competitivi, e questo èunvalo-

re che viene passato a tutti i componenti del-

la squadra. Penso che il miglior feeling per

me sia stato con Fortec, ma aver avuto rife-

rimenti diversi, anche a livello di pista, sicu-

ramente non rende facile il paragone”.

Quali sono gli obiettivi per il 2015?

“Vincere il campionato GP3, senza mezzi

termini. Con la mia esperienza non posso

ambire solo ai primi cinque o alla top-10,

l’obiettivo è molto chiaro”.

Cambierai il tuo approccio alle corse

per il prossimo anno?

“Non credo. La WSR è la macchina più dif-

ficile da guidare in circolazione in questo

momento, anche fisicamente. Le corse del-

la GP3 durano praticamente la metà, quin-

di c’è meno sforzo. Varia totalmente inve-

ce, l’approccio al campionato. C’è molto

meno tempo per girare, una sola qualifica

che compromette l’intero fine settimana. Ti

sposti su uno stile simile alla Formula 1,

dove non serve molto andare all’attacco,

ma devi iniziare a giocare di strategia per

raccogliere più punti possibili”.

Da pilota, che impressione ti sei fat-

to della nuova tabella dei punteggi

diramata dalla FIA negli scorsi gior-

ni?

“Ha creato molto scalpore, soprattutto il

fatto che la WSR sia stata messa al pari del-

la GP3, e che entrambe siano uno scalino

sotto la F.3 europea. Mi ha un po’ sconcer-

tato se devo essere sincero, perché la For-

mula Renault 3.5 è un campionato al pari

alla GP2, ma a parte questo, e alcune altre

modifiche che credo verranno fatte in futu-

ro, penso sia giusto aver istituito un percor-

so attraverso cui i piloti devono passare per

arrivare in Formula 1, ed arginare situazio-

ni come quella di Verstappen, catapultato

in F.1 dal kart”.

Tuo papà è stato un pilota sino allo

scorso decennio, in che modo questo

ti ha aiutato?

“Sicuramente il livello dei campionati in cui

ha corso lui non è pari a quelli cui sto pren-

dendo parte io, ma non è estraneo alla

situazione. Mi ha aiutato molto perché,

molti genitori quando sono all’interno di

un team tendono ad essere sovraeccitati, a

volte pesanti ed opprimenti. Lui invece mi

ha sempre lasciato tranquillo, sapendo

bene quanto fosse importante non mettere

pressione in certi momenti topici. Dal pun-

to di vista tecnico invece, è stato fondamen-

tale nei primi anni, quando correvo in

Abarth, e mi ha insegnato a guidare, oltre

ad occuparsi dell’intera gestione della mia

carriera, motivo per cui devo ringraziarlo”.

Nei tuoi primi anni di attività, quan-

do correvi in Formula Abarth, fosti

protagonista di un’insolita vicenda

riguardante l’uso dei social network,

a seguito della quale vennero anche

presi provvedimenti disciplinari

da parte della Federazione. Da allora

è cambiato il tuo rapporto con i

media e i social?

“Quello è stato un episodio tanto stupido

quanto enfatizzato. Si è trattato di un

malinteso, ed è infatti stato poi successiva-

mente chiarito. Il mio rapporto con i social

network o i giornalisti non è cambiato, ho

ottime interazioni con tutti, Federazione

Italiana compresa”.