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FORMULA 1
CARLOS SAINZ
Seppur la Toro Rosso abbia aiutato un buon nume-
ro di piloti ad arrivare in Formula 1 negli anni recen-
ti, non molti hanno poi avuto una carriera assicura-
ta a lungo termine. Questo però, non aggiunge pres-
sione sulle spalle di Carlos Sainz, quanto mai pron-
to alla sua prima stagione da debuttante, certamen-
te convinto di arrivarvi con la giusta mentalità e le
giuste attitudini per brillare. Partendo da Jerez,
dove ha già messo in archivio la distanza superiore
a due gare nei primi giorni di test.
Carlos, i test sono andati abbastanza bene.
“Sì, nel martedì di Jerez ho completato 137 giri, paz-
zesco! Praticamente la distanza di due gare e que-
sto è eccezionale per me, ma anche per la macchi-
na. Direi che abbiamo superato l’esame”.
Tuttavia sei stato gettato in acqua e si suppo-
ne ora tu sappia nuotare. Questo significa
che dovrai portare dei risultati. Sei preoccu-
pato della mancanza di esperienza con una
macchina di Formula 1?
“No, non sono preoccupato. Certamente questomet-
te pressione, ma ho sempre avuto questo genere di
aspettative da rispettare nella mia vita, perlomeno
da quando sono entrato a far parte del RedBull Juior
Team. Hai la pressione di dover essere veloce e vin-
cente ogni volta, ma la più grande pressione te la
metti da solo, quella esterna non la senti”.
Quindi sai nuotare?
“Certo. La prima regola in questo ambiente è che
devi avere fiducia in te stesso, senza è impossibile
sopravvivere”.
Lo scorso anno Max Vrestappen prese parte
ad entrambi i giorni di prove ad Abu Dhabi,
anche se tu sei poi stato annunciato come
parte del team poco dopo. Perché non pri-
ma, in modo da darti la possibilità di avere
la macchina in mano in quell’occasione?
“La tempistica non è stata delle migliori. Certo, mi
sarebbe piaciuto guidare un giorno intero ad Abu
Dhabi, ma in quei periodo ero ancora in lotta per il
sedile e sono poi stato contento di avere l’opportu-
nità di essere qui”.
Che esperienza puoi vantare su una macchi-
na di Formula 1?
“182 giri, 45 un giorno, 137 l’altro. Non male come
incremento”.
Cosa puoi dirci della conoscenza tecnica? Si
dice che servano piloti molto intelligenti per
guidare queste machine…
“Certo, penso di potercela fare. Non sono preoccu-
pato della mia conoscenza tecnica, ho cinque anni
di esperienza in monoposto e quindi so come fun-
ziona una vettura. Devo solo fare un salto di quali-
tà per adattarmi alla Formula 1, ma questo è gesti-
bile. La mia attenzione è alle gomme, oltre che fare
molti, molti più giri”.
A 21 anni sei quasi fuori dalla finestra di
età che la Toro Rosso solitamente utilizza.
Come li hai convinti di essere quello giu-
sto?
“Li compirò in settembre, ne ho ancora 20, c’è anco-
ra tempo. Sono comunque diventato il più giovane
pilota a vincere il titolo della Formula Renault 3.5,
quindi non penso che la mia età sia un grosso pro-
blema”.
Non è un segreto che nel team avrebbero
voluto un pilota d’esperienza al fianco di un
debuttante. Questo non ti mette maggior
pressione?
“Questo significa che credono nelle mie capacità
tecniche e nel contributo che posso dare anche se
sono un rookie”.
Come ti stai preparando? Passi molto più
tempo al simulatore Red Bull?
“In maniera differente rispetto al passato. La For-
mula 1 è un passo in avanti e devi controllare diver-
si aspetti, devi essere più leggero e avere maggior
resistenza, ma nulla di drammaticamente diverso.
Contrariamente a quanto la gente pensa, non ho fat-
to molto simulatore, probabilmente ci andrò dopo i
test, prima della gara inaugurale”.
Verosimilmente avrai una carriera biennale
in Toro Rosso. Hai pianificato il tuo futuro?
“Avrò un approccio a breve termine, preferisco non
pensare oltre alla Toro Rosso. Penso a come sarà la
mia prima gara, a Melbourne. Alla fine dell’anno
potrò meditare sul futuro”.
Come tutti i debuttanti di quest’anno, hai
una notevole storia alle tue spalle. Ti aiute-
rà?
“Sicuramente, ma è anche uno svantaggio. Quando
ho iniziato a correre in kart ero sempre il figlio di
Carlos Sainz, il rallista, non sonomai stato io. A que-
sto punto della mia carriera aiuta avere un bicam-
pione del mondo alle spalle”.
Hai parlato di tuo padre, uno deimigliori nei
rally. Perché hai deciso di puntare alla For-
mula 1 e non seguire le sue orme?
“Molto semplice: avevo nove anni quando il feno-
meno Alonso ha invaso la Spagna, e ho iniziato a
guardare la Formula 1. Quando l’ho visto vincere,
salire sul podio, sapevo che era quello che volevo
anche per me”.
Ai debuttanti è permesso sognare: qual è il
tuo?
“Essere un giorno campione. Ogni giorno lavorerò
per essere un pilota migliore, un professionista
migliore per ottenere questo risultato. La Spagna è
pronta per aggiungere un secondo nome negli anna-
li della Formula 1”.
Intervista tratta da
Formula1.com