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sifica della Premier League. Io penso che
sia il caso ancora di dire: 'siamo sempre lo
United, volete sponsorizzarci?'. L'ultima
cosa da fare è iniziare a firmare contratti
come chi è abituato a stare negli ultimi
posti della classifica. Forse si tratta di pre-
sunzione, e magari sbaglio, ma io la pen-
so così», continua Dennis. La soluzione
individuata da Dennis è quella di frazio-
nare il grande accordo in piccole parti, e
trovare un gruppo di aziende che condivi-
dano la filosofia del team: «Non abbiamo
rinunciato all'idea di attirare grandi inve-
stimenti su di noi, ma non vogliamo farlo
svendendoci per pochi soldi alle grandi
aziende. Anche perché al momento il lato
tecnologico del nostro business (la McLa-
ren fornisce tecnologia per un ampio spet-
tro di attività, e non solo legate al motor-
sport, ndr) ci spinge verso dinamiche
diverse». La Volpe e l'uva o una grande
capacità di adattarsi ai tempi?
Gerard Lopez, il team principal della
Lotus, che da anni pena per dare una sta-
bilità economica alla propria squadra, la
pensa diversamente. «La Formula 1, a
giudizio di tutti gli analisti che sento,
resta l'unica piattaforma globale in grado
di attrarre compagnie di altissimo livello
da tutto il mondo», analizza il manager
francese. «Perché non succede? Cosa li
blocca?». Secondo Lopez la colpa è dell'
arcaico sistema di management che
governa il Circus. «Ogni anno 900 milio-
ni di dollari vengono distribuiti ai team,
ma il sistema ne dà sempre di più a chi è
già ricco e sempre meno a chi è povero. A
soffrirne è l'immagine della F.1, e questo
trattiene gli sponsor dall'investire. E' una
situazione che potrebbe essere risolta
facilmente, ma sfortunatamente non tut-
ti i team la pensano nella stessa manie-
ra». Sicuramente non Ron Dennis, che di
poveri e povertà non vuole nemmeno sen-
tir parlare...