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Questo sarà un anno fondamentale

per la tua carriera, il tuo primo inF.1.

A chi ti rivolgerai per dei consigli?

«La prima opzione è il team, visto che han-

no avuto a che fare con tanti piloti in pas-

sato, e in particolare rookie. Vettel, Massa,

Raikkonen –molti giovani sono partiti dal-

la Sauber, quindi sono felice di essere in un

team con questa esperienza. Poi c'è Steve

Robertson, il mio agente, che vive in que-

sto ambiente da molti anni. Lavoriamo

insieme dal 2009 e lui conosce a fondo gli

aspetti finanziari della F.1, mi fido molto di

lui. Anche mio zio mi ha seguito fin da

quando sono arrivato in Europa, non ha

mai mancato ad una mia gara o a un gior-

no di test, poi sa il fatto suo perché in Bra-

sile possiede un team e in passato è stato a

sua volta un pilota. Queste sono le persone

a cui mi affido al momento, con il tempo

sono sicuro che mi abituerò alla F.1».

Un brasiliano che corre per un team

svizzero: c'è tanta differenza in fatto

di mentalità?

«Per ora va tutto molto bene. Appena li ho

incontrati, prima di Natale, ho iniziato a

fare conoscenza con ciascun membro del

team: meccanici, ingegneri, quelli del mar-

keting e tutto lo staff. E' un team in grado

di fornirti tutte le indicazioni che ti servo-

no se devi partire da zero in F.1. Mi sento a

mio agio, sono felice.

Abbiamo lo stesso

obiettivo, che è tor-

nare a guadagnare

dei punti con la Sau-

ber quest'anno, e

farà del mio meglio

per riuscirci».

C'è una atmosfe-

ra diversa rispet-

to alla Williams

dove hai passato

il 2014 come

tester e terzopilo-

ta?

«E' un team diverso,

un ambiente diverso. La cultura è differen-

te, come la gente e la lingua. A volte i ter-

mini che vengono utilizzati nelle varie pro-

cedure sono diverse, ma è così per tutti i

team. Ma a Barcellona già mi sentivo più a

mio agio che a Jerez».

Quali sono gli obiettivi tuoi edel team

per il 2015?

«L'unico vero obiettivo è riportare nei pun-

ti il team, e ovviamente per sarebbero i pri-

mi in F.1. Ma c'è qualcosa che va oltre.

Interpretare le gare, conoscere i circuiti, le

strategie della F.1, ci sono tante cose in cui

devo fare esperienza. E' tutto nuovo perme.

Ci sono alcuni tracciati che non conosco,

spero di riuscire a finire tutte le gare. E di

crescere come pilota».

Ci sono parecchi campioni del mon-

do sulla griglia quest'anno. Sono sta-

ti dei modelli per te?

«Non c'è bisogno che li nomini uno ad uno,

ma è bello vedere tanti campioni con stili

di guida così diversi. Cerco di prendere

qualcosa da tutti e di usarlo al meglio in

pista».

Come pensi ti sentirai sulla griglia

del primo GP a Melbourne?

«Sarà sicuramente qualcosa di speciale. Ma

dovrò aspettare che si accendano quelle

cinque luci per sapere in che modo» .

I migliori tempi di Barcellona

Felipe Nasr – 1’24”956 – 11° prestazione assoluta – 152 giri totali

Marcus Ericsson – 1’26”340 – 17° prestazione assoluta – 166 giri totali

MENO CINEMA

PIÙ SOSTANZA

Dopo gli exploit di Jerez, che molti hanno ritenuto fondamentali per tranquil-

lizzare gli investitori statali brasiliani di Felipe Nasr, la Sauber è tornata in riga

non sorprendendo più con temponi record. L’ex pilota GP2 e Marcus Ericsson

si sono quindi concentrati al meglio sullo sviluppo della C34 a motore Ferrari.

E anche se non è, appunto, stata cercata la super prestazioni, i risultati sono sta-

ti comunque incoraggianti. Rispetto a Jerez, di base la vettura è stata ulterior-

mente migliorata in alcune sue componenti aerodinamiche. I giri totalizzati non

sono stati al livello di altri, ma in linea con quelli Ferrari (315 la Sauber, 345 il

team di Maranello) per via di qualche problema emerso qua e là. Ma se si guar-

da al 2014, è fuor di dubbio che la Sauber con la C34 ha trovato il modo di usci-

re dal guado nel quale era sprofondata.

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