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Stefano Semeraro
Niente più cambi di casco. Stop alla giran-
dola delle livree, al turbinio di colori, alla
smania di celebrare ogni GP come se fosse
una data storica. La FIA ha deciso che nel
2015 non si potrà mutare il design del
casco. Per la federazione internazionale il
provvedimento aiuterà gli appassionati ad
orientarsi meglio durante le gare, a ricono-
scere al volo i piloti senza essere costretti
ad aggiornarsi ogni settimana sui capricci
dei loro beniamini e sugli estri dei decora-
tori. I diktat non piacciono a nessuno – e a
Sebastian Vettel, come vedremo, meno a
che a tutti – ma per carità, sotto l'editto si
nasconde un fondo di buonsenso, visto che
una maggiore riconoscibilità dei piloti non
sarebbe un effetto indesiderato.
Il paragone con il calcio non è peregrino
considerata la moda – orientata sapiente-
mente dal marketing... - che da tempo è
invalsa di cambiare maglia ad ogni stagio-
ne e ad ogni competizione (una per il cam-
pionato, una per la Champions League, una
per la coppa nazionale, una per le esibizio-
ni), stravolgendo peraltro anche i colori
tradizionali di una squadra: vedi il Barcel-
lona in rosa o la Juventus in verde. Tutto
ok, insomma, se non fosse che la misura
puzza parecchio di ipocrisia. Perché se
l'obiettivo è gratificare i fans allora sarebbe
meglio ricordarsi di loro non solo per que-
ste minuzie, ma anche quando si tratta di
rendere più accessibili e disponibili sia le
gare sia i piloti. In F.1 invece, ormai tutti gli
spazi sono blindati, i driver trasformati in
divinità irraggiungibili - tranne, natural-
mente, che per gli sponsor che pagano fior
di quattrini per penetrare nel boudoir del
Circus con pass al platino costosi quanto un
mutuo.
Il provvedimento come si diceva però, ha
scontato per ora soprattutto i piloti, anche
se con motivazioni diverse. «Personalmen-
te non amo cambiare il casco – spiega Feli-
peMassa – il casco è come la tua faccia, cia-
scuno dovrebbe avere i suoi colori e un
design che consenta alla gente di ricono-
scerlo da lontano. Però non mi piace l'idea
del divieto. La decisione deve spettare al
pilota. Se passa questa imposizione cosa
succederà fra qualche anno, ci diranno loro
anche come tagliarci i capelli?».
Ci sono poi stati i caschi celebrativi come
quando Kimi Raikkonen si presentò con i
colori del mitico James Hunt o come quan-
do Jean-Eric Vergne corse con una grafica
simile a quella del compianto François
Cevert.
Il principale oppositore della nuova norma
è Vettel, che da quando è in F.1 ha utilizza-
to più di 90 caschi diversi e che secondo il
suo ex compagno di squadra Daniel Ric-
ciardo è il vero responsabile della posizio-
ne intransigente adottata dalla FIA. «Tutta
colpa di Seb: fateci caso, per la comunica-
re la decisione hanno usato una sua foto...»,
ha sghignazzato l'australiano.
«Sembra che di questi tempi l'unica cosa su
cui tutti sono d'accordo è questa faccenda
dei caschi», ha ironizzato invece il neo-fer-
rarista che al momento sta utilizzando un
casco bianco attraversato da una banda che
riprende i colori della bandiera tedesca.
Seb ha negato che dietro la frequenza india-
volata dei suoi cambi di livrea, che fa con-
correnza a quella dei cambi di abito di una
mannequin, ci sia una ragione commercia-
le, ma ha fatto subito sapere che se per con-
tinuare a mutare “volto” dovrà pagare una
multa, sarà felice di farlo. «Se si tratterà di
una somma ridotta, sarò contento di ver-
sarla in beneficenza e continuare a cambia-
re il mio casco».
Toccatemi tutto, insomma, ma non il mio
casco.
LA FIA...
CASCA MALE?
Polemica sulla decisione
di vietare i cambi di design
degli elmetti nel corso
della stagione. Il principio
non è sbagliato, ma come
fa osservare Massa,
la decisione dovrebbe
spettare al pilota.
E Vettel avverte:
«sono pronto a pagare
una multa»
Jean-Eric Vergne con il casco celebrativo
in ricordo di François Cevert