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Felicità è anche un penultimo posto a quasi due ore dal primo. “Ma – corregge Ott Tanak – la cosa più bel-

la è che siamo ancora vivi...”. Venerdì mattina lui e Raigo Molder hanno rischiato grosso: finiti, forse per

un guasto, in grosso stagno, i due estoni hanno avuto a disposizione solo pochi secondi per sfilarsi dall'abi-

tacolo della Fiesta prima che fosse inghiottita dall'acqua. “Mentre, a testa in giù, stavamo volando fuori,

ho avuto solo il tempo di urlare a Raigo che avremmo dovuto fare molto in fretta a slacciare le cinture per

cercare di uscire dall'auto”. Lo hanno fatto. Poi, in tuta e casco, hanno nuotato per qualche metro per rag-

giungere la riva. “Non so – sorride il pilota baltico – se sono un buon nuotatore, ma visto che sono vivo,

non devo essere male...”. Il tempo di asciugarsi sommariamente e i due hanno cominciato a pensare che

forse per loro la trasferta messicana non era finita. A permetter loro di continuare ci hanno pensato i mec-

canici della M-Sport che, una volta riavuta fra le mani la vuerrecì, hanno iniziato l'opera di ricostruzione.

Non ce l'hanno fatta a finire l'enorme lavoro in tempo per permettere a Tanak di disputare le prove del

sabato, ma domenica mattina si è presentato alla partenza. “Ho scoperto quanto è difficile essere il primo

sulla strada su queste prove, ma non importa: quello che conta è che grazie agli uomini dell'assistenza

abbiamo potuto macinare altri chilometri. Ebbene sì: adesso sono ancora più orgoglioso di fare parte di

una squadra capace di compiere una tale impresa”.

CHE RISCHIO

PER TANAK E MOLDER

A sinistra, la sequenza dell’uscita di strada

di Tanak e Molder con conseguenbte tuffo nell’acqua.

Sopra, i due estoni hanno dimostrato un’autoironia fuori dal comune

presentandosi al palco d’arrivo con tanto di maschera e boccaglio