![Show Menu](styles/mobile-menu.png)
![Page Background](./../common/page-substrates/page0054.jpg)
54
RENAULT 3.5
Roy Nissany
Step by
Il pilota israeliano di Tel Aviv, al
debutto con Tech 1, è rimasto
impressionato dal grip della vettura,
boccia la scelta di far correre le
vetture in low down force, si aspetta
di concludere in top 10 con costanza
ogni gara, elogia la F.3 come
monoposto formativa e gravita
nell’orbita Sauber
Per me era fondamentale trovare confidenza con la vettura, e
dopo due anni di Formula 3 era necessario trovare il limite con
questa macchina”.
A cosa ti sei dovuto abituare maggiormente?
“Tutto è diverso, non solo la potenza, ma anche la confidenza,
la capacità di messa a punto, la frenata, lo scivolamento della
vettura in pista… è davvero difficile“.
Dopo i test collettivi ti ritieni soddisfatto?
“A metà. Non fa piacere vedere il tuo nome indietro. Per
buona parte dell’ultimo giorno ad Alcaniz in realtà eravamo
davanti, ma non è quello su cui ci siamo concentrati. Non ho
commesso errori, non mi sono girato, ho approfondito la mia
conoscenza con la vettura e mi sento bene con la macchina, ho
lavorato duramente e sono soddisfatto di me stesso. Sono
stato costante nei tempi e penso di aver impressionato anche
la squadra”.
Lo scorso anno provasti la Formula 1 con Sauber. Come pro-
cede la situazione con loro?
Antonio Caruccio
La nuova stagione della Formula Renault 3.5 è alle porte. Sa-
ranno tanti i rookie presenti, provenienti dalle varie formule
addestrative del mondo internazionale del motorsport. Uno
di questi sarà Roy Nissany, che si è accasato da Tech 1 dopo
due anni di duro lavoro in Formula 3, primo israeliano a cimen-
tarsi in una serie di alto profilo appena un gradino sotto la F.1.
Come sta andando questo tuo adattamento alla Renault 3.5?
“Tutto secondo i piani. A Jerez abbiamo avuto molti, davvero
molti problemi, perdendo in totale circa una giornata intera,
che non ho potuto sfruttare in pista. Ad Alcaniz mi sono reso
conto che mi mancava questo chilometraggio, cosa su cui ci
siamo concentrati più di qualunque altra cosa”.
Su che cosa vi siete concentrati?
“Percorrere più chilometri possibili. Abbiamo fatto simulazioni
di gara, long-run, prove di pit-stop per mettere da parte un
po’ di esperienza. Anche se le gomme erano finite o il set-up
non era perfetto, abbiamo continuato a girare senza sosta.