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formazione professionale. È stata una macchina che mi ha in-

segnato tanto, una vettura molto complessa e difficile che svi-

luppa le attitudini di guida dei piloti e devi avere molto talento

per andare veloce. In alcune occasioni abbiamo anche puntato

ai risultati, ma la cosa migliore per me è stata l’esperienza ac-

cumulata sia nella corsa che nella messa a punto”.

Cosa ti affascina di più invece della Formula Renault 3.5?

“Il carico aerodinamico, mi piace molto”.

Cosa ne pensi dell’obbligo di utilizzo della configurazione a

basso carico aerodinamico?

“Non mi piace. È pericoloso sotto certi aspetti e sinceramente

non è divertente da guidare. Non usiamo nemmeno metà del

potenziale della vettura, non è una situazione realistica, è

come tagliare una gamba ad un calciatore. Comunque sono

pronto a correre in ogni condizione, è uguale per tutti, è solo

una considerazione personale”.

Da Mucke avevi molti compagni di squadra, qui invece solo

uno. È un grande cambiamento per te?

“Anzitutto Tech 1 è molto diversa come squadra. C’è un’at-

mosfera familiare, mi trovo bene con loro. Ogni squadra ha i

suoi pregi e difetti, ma mi sento a mio agio. In questo modo

sento che il team è più concentrato su di me e con Aurelien

Panis c’è un buon rapporto, ci siamo allenati insieme per una

settimana, dobbiamo dividere il box per un anno e stare bene

insieme”.

Entrambi i vostri genitori hanno avuto legami con la Formula

1. Vi danno qualche consiglio?

“I tempi sono cambiati, la tecnologia e tante altre cose sono

diverse rispetto a quando correvano loro. Basta guardare

l’elettronica o anche la semplice ingegneria della vettura. Non

so nello specifico per Olivier Panis, ma per quanto riguarda

mio padre arrivano molti consigli, ma non sull’atto pratico

della guida”.

Qual è l’obiettivo per la stagione?

“Dopo i test direi ambire ai punti, alla top-10 con costanza.

Lo sapremo con certezza solo dopo la gara di Alcaniz, ma spe-

riamo di poter avere questo pensiero tutto l’anno”.

“So che ci sono ancora dei contatti in essere, ma è qualcosa di

cui si occupa il mio management direttamente, quindi non ne

conosco i dettagli. Cerchiamo di continuare una collaborazione

con loro perché sarebbe un bellissimo progetto”.

Ti ha aiutato guidare una Formula 1 nel passaggio dalla For-

mula 3 ad una serie superiore?

“Certamente, molto. Ad esempio, ho avuto modo di capire

che tipo di informazioni arrivano dalla squadra prima di salire

in macchina. Con Sauber ho dovuto studiare molto, così

quando ho ricevuto le istruzioni da Tech 1 su questa macchina

non sono rimasto particolarmente stupito, perché la F.1 è più

complessa. La F.3 invece è molto più semplice. La potenza è

sicuramente diversa, se fossi arrivato direttamente dalla serie

cadetta la potenza scaturita dalla Formula 3.5 mi avrebbe im-

pressionato maggiormente. Inoltre è stato utile per il DRS, o

l’utilizzo dei bottoni sul volante, che qui sono molto meno”.

Pensiamo un secondo alla tua carriera in Formula 3. Adesso

che l’hai conclusa, ti ritieni soddisfatto o hai dei rimpianti?

“È stato un grande investimento dal punto di vista della mia

tep