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ATTILIO BETTEGA

30 anni dopo

“Attilio non aveva il carisma naturale di

Sandro Munari e, a differenza di Miki Bia-

sion non è diventato campione del mondo.

Non ne ha avuto il tempo. Ma pur se non

ha vinto nessun rally iridato, il suo ricordo

è rimasto ben impresso in quelli che lo ave-

vano conosciuto e in quelli che, per un

verso o per l'altro, hanno potuto solo sen-

tire parlare di lui e delle sue gesta. E que-

sto dà la misura di una popolarità ancor

più sorprendente in quanto, in vita, non

l'aveva cercata”. L'osservazione è di Mi-

chel Lizin che non è solo un apprezzatis-

simo giornalista di lungo corso: è anche e

soprattutto uno dei pochi che riescono a

cogliere le doti umane dei protagonisti

delle ultime corse su strada. E sa descri-

verle bene come pochi altri.

Il collega belga ha colto nel segno ancora

una volta: anche se sono passati trent'anni

da quel tragico schianto che a un tiro di

schippo dall'inizio della prova speciale nu-

mero quattro del Tour de Corse numero

ventinove ha posto fine alla sua breve,

dannatamente breve, cavalcata terrena, la

gente delle corse non ha dimenticato Bet-

tega. I ricordi del Campione e dell'Uomo

riaffiorano con una forza, verrebbe da dire

una prepotenza, che obbliga a riflettere

chi pensa e dice che la madre dei problemi

che affliggono l'Italia in questo primo scor-

cio del terzo millennio è la scarsissima me-

moria di noi italiani. Forse non è così, forse

non dimentichiamo tutto troppo in fretta.

Forse abbiamo solo bisogno che qualcuno

ci stimoli a ricordare. Alessandro, il primo-

genito dell'asso trentino lo ha fatto alle-

stendo un evento che non poteva non

avere Molveno come epicentro e impe-

gnandosi nella realizzazione e nella pubbli-

cazione di un libro che attraverso un

mosaico di episodi racconta chi era suo

padre. Di questo, anche di questo, gli s'ha

da essere grati.

g. ran.

Un mosaico di storie

L'interprete di un'epoca forse irripetibile dei rally

raccontato da chi lo ha conosciuto da vicino.

Un mosaico di storie inedite che diventa romanzo

Ad Attilio Bettega è dedicato anche un libro, fortemente voluto dal figlio

Alessandro e nato come attorno ad tavolo, la sera, quando ci si trova a

chiacchierare, ad ascoltare i ricordi che si fanno racconto. Anzi, mosaico,

perché ogni tessera brilla per sé ma si accosta anche alle altre, in maniera

apparentemente casuale ma finendo poi per comporre la trama di una vita

e di una carriera.

Il Bettega pilota e il Bettega di tutti i giorni, così come è rimasto impresso

nella mente di chi lo ha frequentato su asfalti e sterrati o in sala stampa,

di chi ha condiviso con lui sogni e automobili e di chi invece lo ammirava

da lontano, è cresciuto ammirandolo e ha poi avuto modo di conoscerlo

e di apprezzarne la genuinità e la generosità, la schiettezza e il senso del-

l'umorismo.

Il libro si intitola

“Bettega - l'uomo, il campione”

, è edito da InPagina e è

stato amorevolmente curato da Guido Rancati, firma leggendaria del ralli-

smo e dell'automobilismo italiano in genere, che di Bettega era amico vero.

Guido ha raccolto le testimonianze di molti, accostandole in alcuni casi ai

tanti ricordi personali, e componendo un mosaico davvero emozionante.

Dal racconto di una luna di miele passata fra prove speciali e controlli orari

di Isabella Bettega, a quello delle avventure vissute da Maurizio de Toffoli

e Icio Perissinot, che di Bettega sono stati copiloti, da Fabrizio e Luigi Ta-

baton, dai ritratti in punta di penna ma intinti nel cuore di altri giornalisti

come Andrea Cordovani, Jean-Paul Renvoizé, Beppe Donazzan e Carlo Ca-

vicchi, dalle “cartoline” degli amici di Molveno e di ex colleghi come Pietro

Mirri, meccanici come Roberto Vittone, in un elenco troppo lungo da rias-

sumere senza fare torti a nessuno. Alla fine, la dedica “mancata” di un col-

lega eccellente come Marku Alen, un' intervista di Cesare Fiorio, l'uomo

che seppe intuire e lanciare ad alto livello il talento di Attilio, e un piccolo

“Bignami” di ciò che Bettega sapeva, pensava e prevedeva (profetica-

mente) dei rally. Un libro che grazie al contributo di tutti, e ad un apparato

fotografico ricco e inedito, sa scaldare il cuore e alla fine, completato il mo-

saico, trasmette tutta la nostalgia per un'epoca forse irripetibile dei rally.

I ricordi del Campione riaffiorano

grazie al figlio Alessandro