Marco Cortesi
E' stata una gara di assoluti quella del Mondiale Endurance a
Spa-Francorchamps. Ancora una volta, l'Audi ha dimostrato di
essere un punto di riferimento assoluto per tutti gli avversari. A
Ingolstadt si è tirato fuori un "pacchetto ad basso carico" che
in realtà era un pieno rifacimento dell'avantreno della R18. Una
nuova soluzione aerodinamica e di sospensioni che l'ha resa non
solo più performante in termini di velocità massima, ma anche
molto più rapida nelle sezioni tecniche. E se è vero che le Por-
sche erano fulmini sui rettilinei, le vetture dei quattro anelli si ri-
facevano con delle staccate impossibili e con una gran
percorrenza di curva, oltre che con una superiore gestione delle
gomme nei doppi stint. Assolutamente eccezionali, in partico-
lare nel traffico, i piloti di punta Benoit Treluyer e André Lotte-
rer. Bravi nel perdere meno tempo possibile coi doppiaggi, i
due hanno saputo gestire le loro Michelin al meglio, rimediando
anche ad un piccolo errore di Marcel Fassler. Sono stati comun-
que aiutati dai box, dove Leena Gade ha mostrato di essere un
talento assoluto della "regia". La giovane team manager tede-
sca, già plurititolata a Le Mans, ha orchestrato una tattica per-
fetta nelle fasi finali. Mettendo a tacere coloro che, quando ha
lasciato in pista Treluyer più di quanto si credesse, si chiede-
vano come sarebbe stato possibile battere la Porsche.
Alla Porsche non basta
la tripletta in qualifica
I "cugini" della casa di Stoccarda hanno mostrato di avere
un pacchetto tecnico e di piloti d'altissima qualità, ma
dopo la tripletta in qualifica, si sono fatti sorprendere.
Qualche errore di troppo dei piloti (il taglio "assassino" di
Hartley nella postazione dei commissari e l'impazienza di
Tandy nel doppiaggio dell 911 GTE ufficiale) hanno fatto
da contraltare alla prestazione non eccezionale per quanto
riguarda lo sfruttamento delle coperture: la 919 Hybrid
non sembra in grado di effettuare doppi stint senza pa-
gare dazio. Chissà se per Le Mans verranno davvero intro-
dotte novità di un certo peso. Perché più che la
performance, in Francia andrà migliorata proprio la durata:
gli stint multipli con le gomme, alla Sarthe, sono una neces-
sità che, sulle 24 ore, fa assolutamente la differenza. Men-
zione d'onore per Marco Bonanomi, Filipe Albuquerque e
René Rast, che hanno fatto del loro meglio con una vet-
tura, l'Audi in configurazione Silverstone, che in rettilineo
saltellava allegramente come un canguro, tanto da provo-
care l'esplosione di un finestrino. C'è da sperare che per la
24 ore, il trio "cenerentolo" sia dotato quantomeno delle
stesse possibilità dei colleghi.
Toyota
sempre più in crisi
Alla fine, comunque, anche loro si sono messi dietro la To-
yota. I giapponesi si sono trovati di colpo (in realtà neanche
troppo) con una vettura non abbastanza competitiva. Poco
da fare. Sarà il propulsore termico, sarà il troppo sottosterzo
ma la TS040, partenza a parte, non va. E fa assolutamente
sorridere che un costruttore così esperto di sistemi ibridi
abbia realizzato un'ottima power unit, ma che sembra non
avere... motore.
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WEC
Gara a Spa
Il poleman
Timo Bernhard