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WTCC

Gare a Budapest

Dario Sala

Una tappa come quella dell’Hungaroring, il WTCC la ricorda sem-

pre con molto piacere. C’è la parata per le strade di una delle ca-

pitali più belle d’Europa in cui il mondiale si avvicina alla Formula

1, ma soprattutto c’è la gente. Tanti appassionati che si accalcano

sulle strade, per vedere le macchine del Mondiale Turismo da vi-

cino. E’ uno dei rari momenti in cui questo accade, perché pur-

troppo la serie iridata, i “pienoni” li fa solo in posti come questi.

Dove il motorsport approda una, massimo due volte l’anno e non

ci sono molte altre possibilità di seguirlo. E in circuito gli unghe-

resi ci vengono perché nel WTCC ci sono Norbert Michelisz e la

Zengo Motorsport. Due entità che sono state capaci con i risultati

di attirare tanti appassionati che, almeno in un paio di occasioni li

hanno visti vincere nella loro “casa”. Tanti e rumorosi, hanno

spinto anche quest’anno “Norbi” verso un successo costruito in

prova. Siglare il decimo tempo e partire in pole in gara due come

prevede il regolamento, è stato un colpo di fortuna incredibile.

Non si venga a parlare di tattiche, perché non si può prevedere

come arrivare decimi. Il resto lo hanno fatto una buona partenza,

le Citroen arretrate ed un circuito che non ha permesso sorpassi.

Un successo che vale doppio. L’Ungheria festeggia i suoi conna-

zionali e la Honda la prima vittoria stagionale. Un successo che

scaccia qualche fantasma e arrivato quando la Jas ha introdotto il

kit aerodinamico al completo. Nuove soluzioni che, nei piani,

avrebbero dovuto avvicinare la Civic alle C-Elysée. Per varie ra-

gioni, in prova, questo non è successo, ma la vittoria è arrivata nel

momento più opportuno e la rimonta in gara di Gabriele Tarquini

sembra promettere bene per il futuro. Il passo mostrato è stato

eccellente e chiaro. I prossimi circuiti dovrebbero illustrare meglio

quanto questo sia vero. Capiremo se basterà a stare davanti nelle

prossime gare o se le berline francesi guidate da José Maria Lopez

e soci sono ancora imprendibili. Forse qualcosa sta cambiando.

Lopez è il Senna

del Turismo mondiale

E qui si apre un altro capitolo. Alla vigilia le parole dei francesi

erano improntate alla prudenza. Avvertivano che su questo cir-

cuito così particolare, i valori avrebbero potuto essere diversi e

che qualche sorpresa poteva essere dietro l’angolo. Non è stato

così perché in gara uno, quella che davvero esprime il reale poten-

ziale di chi corre, la Citroen si è presa la pole position con Yvan

Muller e poi una vittoria sonante con “Pechito” che ha ribadito

una volta di più di essere il migliore. Non ci sono discussioni di

sorta quando anche i suoi colleghi, Tom Chilton nello specifico, lo

hanno chiamato “Ayrton Senna del WTCC” dopo averlo visto al-

l’opera nei test sul Nordschleife. Un riconoscimento pazzesco, ma

che non fa altro che confermare quanto forte sia il ragazzo argen-

tino. Non lo si scopre oggi, ma ogni gara che passa è lì a confer-

marlo.

Valente e ROAL non

perdono l’occasione

Budapest, per la sua peculiarità qualche sorpresa l’ha comunque

riservata, grazie alla bella prestazione di Hugo Valente. Il francese

sulla Chevrolet Cruze dotata di motore evoluto, ha effettuato un

giro in qualifica sveramente ottimo. Un secondo posto dietro a

Muller e davanti a Lopez che significa molto per chi spesso deve

stare a guardare le Citroen fare il bello e cattivo tempo. Invece,

vuoi il circuito, vuoi il meteo, per una volta Valente si è messo là

davanti, ed ha voluto rimanerci anche in gara, cogliendo un se-

condo posto molto bello da esporre nel salotto buono di casa. Un

trofeo analogo che potranno esibire sia Tom Chilton sia Tom Co-

ronel che, dopo le tribolazioni della gara di Marrakech, hanno por-

tato le Cruze della Roal Motorsport sul podio. Ottimo il lavoro dei

piloti, ma anche quello del team che si è visto premiato per gli

sforzi fatti e non ripagati in Marocco. La Roal è un’entità piccola,

ma dalla grande professionalità e, non appena l’occasione si pre-

senta, sa sfruttarla al meglio.

I lati oscuri del WTCC

I dubbi del Nordschleife

Sono questi i lati del belli del WTCC. Quelli che vorremmo vedere

sempre. Invece, ci tocca assistere a penalizzazioni date e poi tolte

che fanno nascere le voci più disparate. Poi, sarebbe bello che un

pilota che finisce la Q2 abbia il tempo di tornare ai box e prepa-

rarsi per la Q3 prima che scada il tempo. Così magari i risultati

delle prove non verrebbero falsati. Basta poco a stilare orari che

prevedano qualche minuto in più. Ed ora pausa, poi toccherà alla

gara sulla Nordschleife. Il gioiello sulla corona del WTCC come è

stato definito e la gara su cui punta tutto chi tira le fila del mon-

diale. Speriamo sia davvero un gioiello, perché dopo gli entusia-

smi inziali, qualche pilota ha già fatto notare la pericolosità del

tracciato, la mancanza di posti per sorpassare, e un regolamento

che, se non verrà cambiato, prevede benzina sufficiente per fare

quattro giri al massimo quando le qualifiche dureranno un’ora.

Sopra Michelisz al via di gara 2

e a destra sul podio