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INDYCAR

Il caso

Marco Cortesi

La presentazione degli aerokit IndyCar per i circuiti ovali che ha

fatto da contorno all'inizio delle attività sul catino di Indy, ha

rappresentato non solo una sfida tecnica impegnativa sia per i

team sia per i piloti, ma anche l'inizio di un vero e proprio cal-

vario regolamentare e di sicurezza che ha portato la serie a

prendere decisioni forti e a compattare oltremodo le qualifi-

che in un’unica sessione da "o la va o la spacca" disputata da

tutti utilizzando le configurazioni in origine destinate solamente

alla corsa. Ma andiamo per ordine. Honda e Chevrolet hanno

proposto le loro interpretazioni per i circuiti ovali, mirate prin-

cipalmente alla riduzione della resistenza e alla ricerca di mag-

gior pulizia dei flussi. Minimaliste le scelte della Chevrolet, con

forme compatte e un'ala posteriore composta da un singolo

profilo senza bandelle, più vistose le scelte Honda, con pance

squadrate e sostegni per l'ala a "collo di cigno". L’effetto prin-

cipale, oltre all'aumento delle velocità, è stato per tutti una ri-

duzione delle scie, che sono risultate molto meno turbolente e

più sfruttabili. Tutto bene per quanto riguarda la gara: ma in

qualifica?

Il rischio non voluto

firmato Chevrolet

Qui entrano in ballo gli accessori. Da entrambi i costruttori

sono stati infatti previsti componenti intercambiabili necessari,

sulla carta, a rendere i pacchetti utilizzabili sulle varie tipologie

di ovale. In realtà, tutte le scuderie hanno iniziato sin da subito

a "giocare" con i componenti, montandoli e smontandoli anche

in modo asimmetrico per cercare il massimo vantaggio com-

petitivo: alla Honda, l'interpretazione più visibile è stata la ri-

mozione o l'aggiunta dei flap posti ai lati dell'alettone. In

Chevrolet, la variazione più utilizzata è stata l'estensione per

collegare le pance con le protezioni davanti alle ruote, quando

sul progetto originario le due parti erano staccate. Proprio a

questa modifica si è associato un discreto miglioramento pre-

stazionale, macchiato però da qualche dubbio quando sia Helio

Castroneves che Josef Newgarden, finiti a muro nelle libere, si

sono ritrovati a volare sottosopra, ed ingigantito dal solleva-

mento della vettura di Ed Carpenter. In realtà, nessuno ha po-

tuto collegare direttamente le due cose, ma in un impeto di

prudenza, l'IndyCar ha dettato una serie di regole che hanno

cambiato le carte in tavola a poche ore dalle prove ufficiali, im-

ponendo un "wicker" (che era stato tra l'altro reso opzionale

proprio a causa delle insistenze della Chevrolet) e riducendo i

cavalli a disposizione delle vetture per la qualifica ai livelli della

gara (40 cavalli in meno).

L ’ INCIDENTE DI NEWGARDEN

L ’ INCIDENTE DI CARPENTER

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