12
FORMULA 1
Toto Wolff
Quando vi siete accorti di quello che stava succedendo non sa-
rebbe stato più sensato non chiamarlo ai box? Vi affidate dav-
vero solo ai dati?
«Eravamo nella situazione di soppesare quello che ci sugge-
riva il buonsenso e le indicazioni che ci venivano dai dati. Il
buonsenso va bene, ma alla lunga non ti fa vincere i GP. Devi
fidarti dei dati, dobbiamo solo capire che cosa è andato storto
a Monte-Carlo”.
Perché rischiare una sosta quando le informazioni attendibili
erano così poche? Lewis aveva un consistente vantaggio in
pista, che bisogno c'era di richiamarlo?
«Il rischio potenziale era che Vettel cambiasse le gomme pas-
sando alle supersoft e potesse rimontare su Nico. Con il senno
di poi posso dire che i dati erano sbagliati».
Ma è corretto ritenere che tutto dipendesse dal possibile pas-
saggio di Sebastian alle supersoft? Probabilmente in quel caso
sarebbe rimasto dietro alle due Red Bull.
«No, sarebbe uscito terzo...».
Dietro Nico! Quindi che paura c'era per la posizione di Lewis?
«Ecco che rispunta il buonsenso di cui parlavo prima. Anche se
monti delle supersoft fresche e sei terzo è molto difficile sor-
passare una macchina, figuriamoci due! Probabilmente
avremmo finito in prima e terza posizione, ma con un ordine di-
verso. Molto probabilmente».
Perché non avete aspettato a richiamare Lewis dopo aver visto
la strategia di Vettel?
«Perché era dietro di noi. Circa 13 secondi dietro di noi».
Lewis aveva contestato via radio la decisione di rientrare?
«Ne abbiamo parlato. Le temperature stavano crollando e le
gomme non avevano più grip – ma non è stata questa la ra-
gione per cui l'abbiamo fatto rientrare. Ci si sono messi di
mezzo i numeri».
In questo caos quale è stato il ruolo di Lewis?
«Abbiamo deciso insieme. E sono scelte che devi prendere in
una frazione di secondo. Abbiamo cercato di avere più informa-
zioni possibile – dagli ingegneri, dagli strateghi, dal pilota – e
poi decidere. In quel caso l'algoritmo era sbagliato».
Come vi siete giustificati con Lewis?
«Mi sono scusato. La colpa è chiaramente del team. Lewis è un
grande pilota e sono sicuro che ha capito che siamo umani e
ogni tanto sbagliamo. Tutto qui».
Quali sono state le prime parole che vi ha rivolto?