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GP AUSTRIA

Ferrari

Stefano Semeraro

E' stato uno di quei weekend che, non ci fosse stato il quarto

posto – comunque amaro - di Sebastian Vettel, bisognerebbe

davvero avere il coraggio di definire usando termini 'alla Raik-

konen' (o alla Lauda, per chi ha qualche annetto di più). Un

weekend di emme, insomma, per citare in maniera un po' edu-

cata il finlandese, dal quale la Ferrari sognava di estrarre una

iniezione di fiducia, anche considerata la pista favorevole alle

Rosse, e che invece si è trasformato in un incubo. Un problema

dopo l'altro: prima il guaio elettrico che ha impedito a Vettel di

esprimersi nelle prove libere, poi in qualifica il 'misunderstan-

ding' (tradotto: non si sono capiti) fra Raikkonen e il team, che

non ha avvertito il finlandese che gli rimaneva solo un giro per

fare il tempo, con conseguente clamorosa esclusione in Q1. E

la domenica è andata ancora peggio, fra il botto di Raikkonen

– provocato da un erroraccio di guida indegno di un driver

della sua qualità ed esperienza – e il dado spanato che ha pri-

vato Vettel della chance di battersi per il podio, magari anche

per un secondo posto visti i 5 secondi di penalità rimediati da

Hamilton.

Raikkonen

in un vicolo cieco

Poteva andare peggio? No, direbbe Altan in una delle sue vi-

gnette. E ora nel clima torna a respirarsi un clima teso. Al cen-

tro dei problemi sta soprattutto Raikkonen, che Marchionne

continua apparentemente a difendere, lasciando però inten-

dere che la pazienza ormai è finita, e il rinnovo è appeso a un

filo. Pronti a prendere il suo posto ci sono del resto già Bot-

tas, Hulkenberg e Ricciardo. «Noi sosteniamo sempre Kimi,

che è un grande campione – dice il Presidente Fiat – per il

rinnovo però deve portare dei risultati. E' lui che deve deci-

dere se vuole tenere duro e restare con noi o mollare». Per

l'errore in qualifica Kimi se l'è presa con il muretto, ma gli in-

gegneri hanno replicato che nonostante l'incomprensione Ice-

man avrebbe avuto tutte le chance di qualificarsi, peccato che

nel primo dei due tentativi abbia beccato 1 secondo e 7 da

Vettel. Nel secondo non ha avuto chance, semplicemente

perché non c'era. Sempre secondo il muretto, è stato lui a

sbagliare i calcoli, come la domenica è stato ancora suo l'er-

rore poco dopo la partenza che ha coinvolto anche Alonso.