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MOTO GP

Gara ad Assen

Jacopo Rubino

Possono bastare due sorpassi, più uno mancato, a rendere una

corsa indimenticabile. È la sintesi del Gran Premio d'Olanda. Il

duello più atteso, Valentino Rossi contro Marc Marquez, si è

finalmente consumato nella sua interezza. E l'esito non poteva

essere banale. Ad Assen, la “sua” Assen, ha vinto il Dottore:

settima volta in MotoGP, nona in assoluto, il sigillo numero 111

in carriera. Il campione del mondo in carica ne esce battuto, o

forse no, perché lo spettacolo andato in scena all'Università

del motociclismo meritava due vincitori.

Un duello di 26 giri

decisiva l'ultima curva

Fino al 19esimo giro il pilota pesarese è rimasto sempre in

testa, con Marquez letteralmente incollato. Il forcing dello spa-

gnolo va in porto, alla curva Mandeveen passa avanti. Il #93 ha

scelto di montare la gomma media all'anteriore, invece della

soft. In teoria, potrebbe scappare. Non accade: Valentino tiene

botta, tre tornate dopo addirittura risponde, e si rimette al co-

mando. Tribune in visibilio. Si decide tutto all'ultima curva. Mar-

quez ha preparato il sorpasso alla chicane, si fionda all'interno.

C'è il contatto tra la Yamaha e la Honda, Rossi rialza la moto e

taglia per la via di fuga. Sembra il bis della lotta Hayden-Ed-

wards di nove anni fa, ma Valentino sulla ghiaia non cade. Si

guarda indietro, transita sul traguardo da vincitore. Marquez è

secondo.

Divergenze di vedute

fra Rossi e Marquez

In parco chiuso, all'inizio, il clima appariva sereno: sorrisi e

strette di mano. Era inevitabile però che, a freddo, ci fosse

qualche frecciata reciproca. «È come se avessi vinto. Non mi

aspettavo che tagliasse la chicane», ha sottolineato orgoglioso

Marc. «Ero davanti, ci siamo toccati e per questo sono uscito»,

ha replicato Valentino. Divergenza di vedute, non potrebbe es-

sere altrimenti. E bene sarà non alimentare polemiche, che gua-

sterebbero il sapore di una battaglia epica. Anche per la

direzione-gara l'episodio è stato un semplice “race incident”.

Cose che capitano, come in Argentina.

Valentino allunga

Marquez ritrova se stesso

Il centauro di Tavullia si gode quindi il terzo centro del 2015. Il

suo weekend è stato pressoché impeccabile: leader in due turni

di prove libere e autore del best lap in qualifica. Questa sì, una

sorpresa. Le novità introdotte sulla M1 hanno funzionato anche

in ottica di time attack. Interessante ricordare che il Dottore

non si imponeva scattando dalla pole da quasi sei anni (Misano

2009). Il fenomeno di Cervera, dal canto suo, ha avuto ragione

nel tornare al telaio 2014 della RC213V, più sincero. E infatti,

quanto a confidenza in sella, è apparso quello che conosce-

vamo. Era necessaria per lui una prestazione di tale calibro,

perché bisognava riscattare le cadute del Mugello e di Barcel-

lona. Il distacco nel Mondiale è significativo, dura colmarlo

senza scenari clamorosi a favore. Chissà che non possa diven-

tare proprio lui l'arbitro della contesa iridata.

Lorenzo non brilla

Iannone buon quarto

In una gara così, Jorge Lorenzo è stato quasi “di troppo” sul

podio. Il maiorchino è giunto terzo a ben 14” di ritardo, gio-

cando in difesa. Il suo filotto di successi consecutivi si ferma a

quattro, ma del resto il #99 ad Assen ha faticato sin dal princi-

pio (appena ottavo in griglia). Adesso il gap da Rossi è di 10

lunghezze, un passo indietro rispetto al -1 con cui si era presen-

tato alla vigilia. Quarto in solitaria Andrea Iannone, ancora il

miglior portacolori Ducati. Sfortunato Andrea Dovizioso

(12esimo), che si era issato alle sue spalle prima del crollo, a

causa di fastidiose vibrazioni sulla Desmosedici. Ottava piazza

per Dani Pedrosa, sofferente dopo la caduta nel warm-up che

gli procurato una contusione alla mano sinistra. Brutto start,

poi il fantino iberico ha stretto i denti, lottando contro Pol

Espargaro, Cal Crutchlow e Bradley Smith. Suzuki sottotono:

Aleix Espargaro ha artigliato un'altra prima fila (secondo), tut-

tavia sotto la bandiera a scacchi è stato soltanto nono, seguito

dal compagno Maverick Vinales. Aprilia non pervenute.

Nel 2016 niente

concessioni alla Ducati

La trasferta nei Paesi Bassi è servita a gettare le basi per il pe-

riodo 2017-2021, quando è prevista la presenza di sei co-