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Hardware italiano

know-how americano

Detto fatto. Una volta guadagnata la piena fiducia da parte di

Haas, In pochi mesi Steiner è riuscito a siglare un accordo con

la Ferrari in veste di motorista e poi con la Dallara per la pro-

gettazione della scocca e delle ali. Un modello già adottato con

successo da Haas in Nascar dove acquisisce da fornitori esterni

quante più parti il regolamento consente ma, allo stesso

tempo, progetta in casa numerose componenti caratterizzate

da quello che lui ama definire "Stewart-Haas adding value". In

parole povere il proprio know-how, nonché valore aggiunto,

che lo differenzia dagli avversari. La nuova monoposto della

Haas F1, progettata da un gruppo di progettisti e ingegneri

guidato dall'ex-Jaguar F1 Rob Taylor, vedrà la luce nella sede

della Dallara a Varano dove la squadra californiana vi ha stabi-

lito un proprio ufficio tecnico. La Ferrari fornirà non solo la

power-unit, ma anche parte del retrotreno, le sospensioni e il

serbatoio. Il primo modello in scala della vettura sta già effet-

tuando dei test nella galleria del vento della Ferrari a Mara-

nello che, a differenza della Wind Share negli Stati Uniti,

consente l'utilizzo di modelli in scala al 60 percento. Ciò sarà

permesso fin quando non verrà formalizzata l'iscrizione al Mon-

diale il prossimo novembre. Un ulteriore investimento, inoltre,

ha portato all'acquisto della ex-sede della Marussia a Banbury

(Inghilterra) che fungerà da base logistica in Europa mentre la

attività gestionali saranno coordinate nella sede legale di Kan-

napolis, a due passi da Charlotte.

No alla Patrick

si pensa a Gutierrez

Minuziosa, a conferma della bontà e della solidità del progetto,

anche l'attenzione riservata agli aspetti commerciali e sportivi.

A tal riguardo, nelle ultime settimane, è stato ufficializzato l'in-

gaggio di Adam Jacobs, già noto negli ambienti della Nascar

e della NFL, in veste di direttore marketing. La prima monopo-

sto della Haas F1, con ogni probabilità, adotterà una livrea

gialla con il chiaro obiettivo di creare una propria identità visiva

nel paddock. Decisione suggerita anche da un accordo con la

Ferrari che esclude l'utilizzo del rosso quale colore predomi-

nante. Per quanto riguarda il fronte piloti, al momento regna il

massimo riserbo. Naturalmente, come era lecito aspettarsi, non

sono mancati i rumors circa un eventuale impiego di Danica Pa-

trick. Ipotesi per nulla avvalorata da Steiner. Haas non ha na-

scosto di voler puntare su un pilota americano ma, al

contempo, non ha fretta di individuare l'uomo giusto in grado

di garantire competitività e ritorno di immagine. Lo stretto le-

game con la Ferrari, della quale la Haas Automation è stata

sponsor negli ultimi anni, suggeriscono il probabile impiego di

almeno uno dei piloti appartenenti alla Academy della scude-

ria di Maranello. Il nome del messicano Esteban Gutierrez è

quello che al momento circola con maggiore insistenza.

di F.1, ci vogliono l'expertise e le risorse di un grande costrut-

tore in grado di creare una nuova realtà dal nulla. Steiner ha

trovato terreno fertile non alla corte di una casa automobili-

stica ma in una realtà solida quale la Haas Automation, co-

gliendo lo spirito competitivo e l'entusiasmo di una personalità

eccentrica quale Gene Haas. A far da tramite tra le due parti

Joe Custer, uomo di fiducia di Haas e primo ad avviare i con-

tatti con Steiner. L'idea iniziale di quest'ultimo, forte dei suoi

numerosi contatti nel Mondiale e in particolare nella scena del

motorsport italiano, era quella di schierare una monoposto ac-

quistata dalla Ferrari, quando ancora nella massima Formula si

discuteva circa l'utilizzo di vetture clienti. Abortita questa idea,

il percorso più logico da intraprendere risiedeva nello sfruttare

al massimo l'Appendice 6 del nuovo regolamento tecnico. Ov-

vero acquisire quante più parti possibili da un altro costruttore

ma, allo stesso tempo, progettare una monoposto della quale

si potesse detenere la proprietà intellettuale.