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Carlo Baffi
Hungaroring, 4 agosto 2007. Mancano 2’19” alla fine della terza
sessione delle qualifiche del GP di Ungheria, quando Fernando
Alonso rientra ai box per il cambio gomme. Ha il secondo
tempo e cerca di sferrare l’attacco al leader provvisorio, Lewis
Hamilton, suo compagno alla McLaren-Mercedes, al suo primo
in F.1 e già in grado di insidiare i top driver. Trascorrono i se-
condi, vengono montate le coperture, si alza il “lecca-lecca”,
così come le braccia dei meccanici: Alonso può riprendere la
pista. Ma stranamente rimane fermo. Restano ormai 1’50” alla
fine della Q3, quando al box sopraggiunge Hamilton. L’astu-
riano incurante lo blocca per 9”, dopodiché riparte. Un ritardo
che però fa sì che quando l’inglese rientra in pista, manchino
solo 1’35” alla fine, costringendolo ad accelerare i tempi, stra-
pazzando le gomme a mescola morbida senza portarle in tem-
peratura. In sostanza deve difendere la pole nel giro di lancio,
una missione che si rivela impossibile, perché Lewis transita sul
traguardo, piglia la bandiera a scacchi e deve abortire il giro
veloce. Alonso invece, nel suo ultimo tentativo, sigla la pole
con 1’19”674, beffando il rivale per un decimo abbondante.
Missione compiuta!
La mediazione
di Dennis e Borra
E’ l’atto che sancisce la rottura definitiva tra i due piloti McLaren.
Una brutta tegola per il team anglo-tedesco, già dilaniato al suo
interno dalle forti polemiche originate dalla “spy-story”. Una vi-
cenda squallida di spionaggio industriale, che esplode nei primi
giorni di luglio, quando la McLaren annuncia ufficialmente che
un membro di primo livello del suo staff tecnico, il progettista
Mike Coughlan, è stato sospeso perché trovato in possesso di
materiale riservato della Ferrari. Progetti che arrivano diretta-
mente da Maranello, trafugati da Nigel Stepney, capo mecca-
nico della rossa. Da lì in poi non mancheranno i colpi di scena,
coinvolgendo la giustizia ordinaria, la FIA, copisterie d’oltre Ma-
nica e ovviamente i vertici delle due scuderie avversarie dirette
nel mondiale. Ma torniamo all’Hungaroring. I meccanici McLaren
applaudono l’impresa dei loro piloti, che hanno monopolizzato la
prima fila, ma al pit-wall gli animi sono caldi. Ron Dennis, dopo
aver gettato con stizza le proprie cuffie, blocca Fabrizio Borra,
preparatore personale di Alonso e gli sussurra qualcosa nell’orec-
chio, il tutto davanti all’operatore della FOM. Poi i due cammi-
nano lungo la pit-lane, con il manager inglese che mette una
mano sulla spalla di Borra e si dirigono verso il parco chiuso in at-
tesa dell’arrivo dei suoi piloti. Più tardi, sarà lo stesso Borra, a ri-
velare che Dennis gli ha chiesto di calmare Fernando, mentre lui
avrebbe provveduto a quietare Hamilton. In conferenza stampa,
se Alonso parla di un piccolo problema, Hamilton è lapidario:
“Avete visto tutti cosa è successo, bisognerebbe chiedere al
team perché non sono passato.” Per contro Dennis, difende lo
spagnolo: “Non ha fatto niente di irregolare”. Precisando che i
suoi ingegneri consultando i monitor collegati al GPS, rilevando
un intenso traffico in pista, hanno fatto attendere il pilota. Ma
dal racconto di Dennis emerge un altro fatto curioso. ”Avevamo
deciso che a Budapest, all’inizio dell’ultima sessione, doveva
uscire per primo Alonso. Invece è uscito Hamilton, che poi in
pista, non ha ceduto la strada al compagno.”
Hamilton attacca
Alonso e il team
Nell’ultimo quarto d’ora infatti, tutti i piloti cercano di percorre
più giri possibili, ma per ragioni di tempo non sempre entrambe
le vetture di un team riescono a giocarsi i treni di gomme. Da
qui la decisione per l’alternanza. Ecco quindi spiegata la ven-
detta di Alonso, che innervosito pure da un primo cambio
gomme in cui la termocoperta resta incastrata alla sospensione
anteriore destra, si ripresenta ai box e nota che i meccanici gli
montano ancora pneumatici duri e usati; mentre per Hamilton
sono pronte le mescole soffici destinate a lui. Alonso gioca
quindi d’astuzia, chiede spiegazioni via radio e si lamenta per-
dendo tempo. “Io per ripartire ascolto gli ingegneri in cuffia –
dice Alonso - sono loro che mi fanno il conto alla rovescia. Io
ero in macchina pronto, aspettavo il via. Si, forse c’è stato uno
strano ritardo, ma certi pit-stop durano 10”, altri 20, altri 45.”
Sta di fatto che la direzione gara intende vederci chiaro e con-
voca i protagonisti per far luce sull’accaduto. Il primo a deporre
è Hamilton che attacca sia il compagno che la squadra, soste-
nendo di essere stato danneggiato, da quella sosta incriminata.
La punizione FIA
La spy… di Alonso
Ma come mai il pupillo di Ron Dennis, si rivolta contro il suo
mentore? Secondo indiscrezioni, sarebbero sorti dei problemi
dopo che la McLaren, ha rimarcato l’assidua presenza nel box
del fratello e del padre di Lewis. E non ultimo la richiesta di un
aumento d’ingaggio fatta dal rookie, paventando la munifica
offerta ricevuta da una scuderia rivale. Atteggiamento non tol-
lerato da Dennis, che davanti ai commissari difende l’operato
di Alonso. Il processo prosegue fino alle 22, poi verso mezza-
notte arriva la sentenza. Alonso e la McLaren vengono ricono-
sciuti colpevoli di aver arrecato “pregiudizio” agli interessi degli
sport motoristici in generale. Per punizione lo spagnolo viene
retrocesso di cinque posizioni, mentre il team non prenderà
punti in classifica costruttori. Hamilton è il nuovo poleman! La
McLaren ovviamente non ci sta e dopo aver annunciato l’ap-
pello, emette un duro comunicato in cui contesta la sentenza,
sottolineando che gli sforzi per mantenere uno spirito di fair
play ed uguaglianza all’interno del team sono stati fraintesi.
Qualcuno parla di punizione eccessiva, quasi a compensare la
mancata penalizzazione della McLaren-Mercedes da parte del
Consiglio Mondiale in merito alla spy story. Dopo la riunione
del 26 luglio, la McLaren era stata assolta per l’assenza di
prove, circa l’uso delle carte provenienti da Maranello. Ma se il
Gran Premio d’Ungheria vede il trionfo di Hamilton davanti ad
Alonso, la guerra intestina non si placherà, anzi. Il 4 settembre,
Alonso fornirà alla FIA le email con le quali si dimostrerà l’uso
dei segreti della Ferrari. Sarà il preludio alla nuova sentenza del
Consiglio Mondiale, che il 13 settembre riconoscerà la McLaren
colpevole, condannandola alla perdita di tutti i punti nel cam-
pionato costruttori e al pagamento di una multa di 100 milioni
di dollari. Non verranno puniti Alonso ed Hamilton, che lotte-
ranno senza esclusione di colpi per il titolo sino all’ultimo round,
in Brasile. Ma come recita il proverbio, tra i due litiganti il terzo
gode e la corona iridata finirà sulla testa del ferrarista Kimi Raik-
konen.
Alla vigilia del GP di Ungheria, ricordiamo l’episodio
che proprio a Budapest nel 2007 provocò la definitiva rottura tra Alonso
ed Hamilton, compagni di squadra in McLaren