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cordi di me quando mi vede correre e che se ne vada soddi-
sfatta. Per me è importantissimo sapere che possano tornare a
casa felici perché io ho contribuito a regalare loro delle emo-
zioni”.
Il non essere preso in quel programma è stata certamente una
delusione, ma se non altro ti ha aperto le porte che ti hanno per-
messo di arrivare sino a qui...
“A fine 2013, una volta capito che non avrei avuto futuro in Giap-
pone, ho virato su altre cose. Ho fatto la Clio Cup Italia ed ho
corso con la Porsche. Ho vinto anche in questo caso ed ho co-
nosciuto i gemelli Andreas e Markus Grummerer della Target.
Mi hanno contattato per alzare il livello della squadra e provare
a vincere. Le cose sono andate bene tanto che abbiamo fatto
una sorta di partnership in quanto il binomio funzionava e atti-
rava piloti. La Target è una delle squadre che ha sempre schie-
rato diversi tipi di vetture. Lo scorso anno abbiamo fatto la Séat
Leon Eurocup ed è andata piuttosto male. La macchina era
nuova e in pista sono stato buttato fuori troppe volte. Alluci-
nante, quasi peggio di quest’anno. Nel 2015 invece, non ho tro-
vato la chance per ripetere l’esperienza, ma è nata questa
opportunità di correre la TCR anche se io non avevo il budget
per tutto il campionato”.
E questo ci porta a parlare di un futuro che è ancora incerto pro-
prio a causa del budget che manca. Sarebbe una bestemmia non
poter finire l’anno.
“Ce la sto mettendo tutta. Vado avanti gara per gara cercando
di racimolare il necessario. Walter Grummerer per l’ultimo ap-
puntamento al Red Bull Ring è stato grandissimo, facendomi un
favore e prolungandomi il pagamento. Però, adesso è durissima
e, ad oggi, le altre gare sono a rischio perché non ho i soldi per
proseguire. Ma sto facendo di tutto per racimolarli”.
Ti aspettavi di essere subito così veloce nella TCR?
“Sinceramente sì. E’ vero che prima ho fatto dei campionati di
importanza magari inferiore, però in tutte le categorie vige una
regola sola, ed è quella che devi essere veloce se vuoi vincere.
Di balle non ce ne sono. Forse non mi aspettavo di vincere su-
bito alla prima gara, ma di essere in grado di stare davanti nel
proseguo della stagione, sicuramente sì. Se vogliamo è stata una
sorpresa farlo alla prima gara, ma se guardo alla mia storia non
è stata neppure la prima volta. Mi era già successo di vincere al
debutto in un campionato. Nella TCR forse conoscevo la mac-
china meglio di altri, ma a dire il vero, temevo tanto le Honda”.
Poi il campionato si è sviluppato sono arrivate altre vittorie e la
consapevolezza di poter puntare al titolo. Adesso tutti si aspet-
tano molto da Comini. Ti mette sotto pressione questa cosa?
“No, assolutamente. Non vivo grazie a questo. Vivo per arrivare
al fine settimana di gara e divertirmi. Ci riesco e questo mi porta
a non sentire pressione. Non c’è mai stata nella Mégane, nella
Clio o nella Léon. Sono uno molto estroverso e impulsivo, lo si
nota anche dalle dichiarazioni, ma lo faccio perché tengo molto
a far valere il mio punto di vista. Non significa che io mi senta
sotto pressione per il risultato. La pressione semmai me la mette
la mancanza di soldi. Sapendo che ogni fine settimana potrebbe
essere l’ultimo, al titolo proprio non penso e quindi la pressione
è l’ultimo dei miei pensieri”.
Come giudichi la TCR Series?
“La TCR è senza dubbio il futuro. Di questo ne sono profonda-
mente convinto, perché sono le macchine che usa la gente nor-
male e nella quali si riconosce. E’ un campionato poco costoso
e le nostre gare sono spettacolari. C’è anche un equilibrio tutto
sommato buono fra le macchine anche se in certe gare la Honda
è decisamente superiore e in più Morbidelli non ha avversari. Se
la Léon in qualche corsa è superiore, io devo combattere contro
Oriola, Belicchi, Gené, Afanasiev e gente di questo calibro.
Quando invece la Honda è superiore, Morbidelli fa il pieno senza
nulla togliere ai suoi compagni di squadra. Questo però va oltre
il discorso del campionato. Ripeto, per me la TCR sarà il futuro
anche perché stanno entrando altri marchi. Con più macchine
competitive in pista, lo spettacolo sarà ancora più bello”.
Visto che lo hai nominato, sembra che ultimamente con Morbi-
delli i rapporti siano molto stretti e che vi vediate da molto vi-
cino….
“Non voglio alimentare polemiche. A fine stagione dirò come la
penso. Dico solo che le cose che faccio o che dico non arrivano
per caso. Hanno un loro perché e quando sarà il momento ne
parlerò.”
In ogni caso al di là dei contatti con Gianni, ad ogni gara ci sono
delle battaglie quasi epiche. Il Campionato è tosto.
“Confermo. E’ davvero tosto visto anche l’alto numero di vinci-
tori. Ad ogni gara bisogna veramente sudarsi il risultato, ma fa
parte del gioco. Gli avversari sono esperti, conoscono tutti i truc-
chi e adottano tattiche in pista e verbali che servono ad innervo-
sire gli avversari. Del resto siamo qui tutti per un unico
obiettivo”.
Diamo per scontato che ci sarai nelle prossime gare. Quale sarà
l’approccio, cambierà qualcosa nella condotta della strategia?
“Vedremo. Vivrò sempre un fine settimana alla volta cercando di
ricavarne il meglio. La priorità è raccogliere il budget e puntare
a finire il campionato. Farò tutto quello che posso, senza però
svenarmi. Un finanziamento l’ho già aperto e non voglio certo
farne altri. In più ho saputo che “Vanessa” è morta. Vanessa è
la macchina che ho usato fino a Spielberg. Nella botta ricevuta
da Morbidelli si è rovinata irrimediabilmente la scocca. Questo
significa dover prendere un’altra vettura. Quindi altri costi. Non
ci voleva, ma teniamo duro e andiamo avanti a testa bassa. Se
ci sarò farò di tutto per portarmelo a casa questo titolo”.