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Jacopo Rubino

«Ancora faccio fatica a realizzare cosa sia successo». Frase sincera,

quella di Danilo Petrucci, che a Silverstone ha vissuto la giornata più

bella della sua carriera. Sul circuito del Northamptonshire aveva vinto

nel 2011 in Superstock 1000, per poi laurearsi a fine anno vicecam-

pione europeo e campione italiano. Dopo tanta gavetta con le deri-

vate dalla serie, il pilota di Terni è approdato inMotoGP nel 2012. Tre

stagioni spese nelle classi CRT e Open, in pratica un campionato for-

zatamente a parte, nelle retrovie. Il 2015 avrebbe dovuto vederlo im-

pegnato in Superbike, poi è arrivata la chiamata del teamPramac per

restare in top-class. Un'opportunità irrinunciabile, perché questa volta

il mezzo è all'altezza: la Ducati Desmosedici in versione 2014. Fino a

Silverstone, “Petrux” non era andato oltre i noni posti al Mugello, a

Barcellona e al Sachsenring. Ma a Indianapolis aveva già stupito, mar-

cando il quinto tempo in qualifica. In Gran Bretagna, quindi, il capo-

lavoro, alla prima reale occasione di cogliere un risultato da top rider.

Con la pioggia che livella le differenze tecniche ed esalta il manico,

l'istinto. Dalla 18esima piazzola sulla griglia di partenza al secondo

gradino del podio. Una favola. «Quando ho passato Pedrosa e Lo-

renzo ho avuto un attimo di timore, pensavo chemi avrebberomesso

pressione. Poi è arrivato anche Dovizioso», ha raccontato Petrucci.

Da cineteca il suo duello con il forlivese, sulla carta favorito dalla più

aggiornata Desmosedici GP15, quella ufficiale. Eppure “Dovi” si è

dovuto piegare, non senza tributare i giusti complimenti al collega:

«Lo vedevo frenare molto tardi e addirittura pensavo cadesse. Com-

battere con lui è stato bello».

A un certo punto, Danilo sembrava poter raggiungere Valentino Rossi

comando. «Mi sonomesso in testa di prenderlo per rimanere concen-

trato», ha rivelato, ripercorrendo quegli interminabili chilometri finali,

in cui, parola sua, sorrideva sotto al casco. Ma la piazza d'onore è più

che sufficiente per fare il pieno di complimenti, per diventare l'eroe

del weekend, per affiancare Valentino nella festa sul podio, per rubar-

gli qualche pezzettino della ribalta. Almeno per una gara. Anche que-

sta è un'impresa. E chissà che da adesso, a Borgo Panigale, non

abbiano un occhio di riguardo in più.

ico