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Vandoorne

nel…

deserto

Jacopo Rubino

Ad aprile, la GP2 Series inaugurava a Sakhir il cammino della stagione 2015. A distanza

di sette mesi, per rimediare alla cancellazione della tappa di Germania, la categoria ca-

detta si è ripresentata in Bahrain supportando il Mondiale Endurance insieme alla GP3.

La forza di Stoffel Vandoorne, non sazio del campionato già vinto a Sochi, ha costituito

l'elemento comune fra il primo atto e la sua replica. Ancora in attesa di definire i pro-

grammi futuri, il belga ha dominato gara 1 (eccezionalmente disputata di venerdì) prece-

dendo il compagno Nobuharu Matsushita. La doppietta messa a segno, nel modo

migliore possibile, ha consegnato matematicamente il titolo alla ART Grand Prix. Il team

francese, il più decorato del gruppo, si è ripreso in maniera ufficiale quel trono dove man-

cava dal 2009.

Tra Vandoorne e Sakhir

un feeling speciale

«Dopo aver ottenuto il campionato, vuoi comunque dimostrare di essere sempre l'uomo

da battere. Sono felice», ha commentato il pupillo (senza ali) della McLaren per il sesto

successo dell'anno. La sua è stata una prova da solista: partenza a razzo e marcia indistur-

bata in testa, tenendo un ritmo fuori portata per tutti. Merito soprattutto di una perfetta

simbiosi con i pneumatici, che gli ha permesso di guadagnare sugli inseguitori fino a due

secondi per giro. Vandoorne ha confermato di avere un feeling speciale con questo trac-

ciato, in cui si è sempre aggiudicato la Feature Race. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro»,

ha ricordato, «ancora una volta la macchina era fantastica».

Il belga già laureatosi campione della categoria ancora

una volta ha evidenziato la propria superiorità schiacciando

con facilità gli avversari, rimasti lontanissimi da lui

Vandoorne

ha fatto il vuoto

in gara 1