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Marco Cortesi
All’apertura di Wall Street, un barile di petrolio
vale meno del barile in cui è contenuto. Non
male. E il crollo del greggio sta facendo sentire
il suo peso anche sulle economie del motorsport.
Si dice che a Baku ci sia molta preoccupazione:
l’Azerbaijan è ampiamente dipendente dal pe-
trolio e - al contrario ad esempio degli Emirati -
non ha ancora grandi piani B per quanto riguarda
fonti energetiche o business alternativi. Ma si va
oltre ai rischi potenziali sull'evento di Formula 1
e su tutti gli altri che il Presidente Ilham Aliyev
punta tanto a dispetto delle preoccupazioni sui
diritti umani e sui giornalisti in prigione.
Stesse ripercussioni in quanto a sponsor e team:
con il prezzo del petrolio si riducono i margini di
spesa per tutte le aziende impegnate nel set-
tore. Dopo un anno con una nuovissima Ligier,
Tracy Krohn ha ripiegato su una vecchia Audi R8
per la 24 Ore di Daytona, e in IndyCar, Wink Har-
tmann (la H in CFH Racing) sta tenendo tutti in
sospeso, a partire da Luca Filippi, per quanto ri-
guarda gli investimenti 2016. Passione o non
passione, i budget di una stagione, specie se a li-
velli così alti, sono davvero difficili da giustificare
in un bilancio e davanti ad un Consiglio di Ammi-
nistrazione, anche se i soldi in cassa ci sono.
Ma anche a livello statale non mancano i punti
di domanda. In Venezuela si sta tremando, e
addirittura si parla di rischio default dell'intera
nazione se le quotazioni non aumenteranno.
Vanno da sé i timori dei diversi atleti supportati
dalle aziende petrolifere. Il presidente Nicolas
Maduro ha spiegato che, per garantire gli inve-
stimenti, la sua nazione avrà bisogno di 88 dol-
lari al barile. Oggi si veleggia sotto a quota 30
e i forecast parlano di un possibile aumento
verso i 40 per l’anno in corso. Da qui anche la
forte richiesta da parte di Maduro agli altri
paesi produttori di mettere in atto un cartello
più efficace. Propositi finora inascoltati ed è dif-
ficile che si riesca a trovare un accordo in tal
senso. E in Renault con Pastor Maldonado
stanno già pensando a un 2016 senza i petrol-
dollari del venezuelano.