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FORMULA 1

Haas

Stefano Semeraro

Una macchina azzeccata dall'inizio – grazie anche al telaio Dallara

e al motore e ad altri componenti made in Ferrari – una strate-

gia perfetta, una gara da manuale di Romain Grosjean. Gli ingre-

dienti del miracolo americano in Bahrain sono tutti qui. «Davvero

sono quinto nel mondiale, davanti a Vettel? Mica male!». Romain

Grosjean, a punti in tutte due le prime gare, ad Al Sakhir fati-

cava a trattenere la gioia. «Non credo di essere mai stato così in

alto in classifica. E' incredibile, e anche un poco folle», ha am-

messo. «E spero che da fuori sembri così bello come sembra a

noi da dentro. Ci eravamo detti che dovevamo stare calmi dopo

essere arrivati sesti in Australia, e qui siamo arrivati quinti. Ci

sono ancora tante cose che possiamo migliorare, dai pit-stop

alle regolazioni, ed è compito del team, che qui ha lavorato dav-

vero tanto. La strategia era basata sulle supersoft, e la gestione

delle gomme è sempre stato un mio punto forte. La macchina

era settata per le supersoft e mi sono divertito un mondo a gui-

darla, ma in generale è una vettura con una ottima base».

Le invidie dei rivali

Symonds accusa

Maurizio Arrivabene si è fatto scappare una battuta un po'

amara («forse abbiamo sbagliato a dargli la nostra assistenza!»)

mentre sanno di veleno le parole e i pensieri degli altri team mi-

nori del Circus, che guardano con ammirazione mista a rabbia

ai risultati della Haas, 'colpevole' di poter sfruttare il know how

e l'appoggio della Ferrari in maniera ritenuta da qualcuno scor-

retta. Rabbia alimentata, fra l'altro, dalle parole di Bernie Eccle-

stone che ha tranciato di netto la questione. «La Haas

fondamentalmente è una Ferrari. Va alla grande perché è una

Ferrari». Uno che non nasconde le sue perplessità ad esempio