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tigano un po', come marito e moglie, ma

se si odiassero non potrebbero convivere

nella stessa squadra. Mentre se non sba-

glio la Mercedes li ha confermati en-

trambi»

In pista come si comportavano?

«Le racconto un episodio. Mondiali di

Praga, anno 2000. Nel kart ci sono le

manche di qualifica e poi la finale. Loro

erano i più forti, prima di una manche li

ho presi da parte per raccomandarmi. In

gara Nico è stato davanti per tutta la

gara, all'ultima curva ha chiuso un po' e

allora Lewis lo ha passato all'esterno, con

una manovra da brividi. Alla fine Nico era

arrabbiatissimo. E Lewis se la rideva...».

Rosberg ha sempre subito....

«Ha vinto di meno, anche nel kart, ma

perché ha sempre avuto compagni di

squadra 'cattivi'. Nei kart Kubica e Ha-

milton, poi Webber, un certo Michael

Schumacher, ora di nuovo Hamilton.

Lewis è un talento puro, tanti lo criticano

per la vita sregolata ma per me potrebbe

stare fermo un anno e al momento di tor-

nare in pista sarebbe comunque il più

forte. Rosberg in compenso ha lavorato

tantissimo e non dimentichiamoci che in

F.1 ha strabattuto uno come Schumi. Si

sono stimolati a vicenda e a guadagnarci

sono stati sia loro sia la Mercedes».

Si capiva già allora che sarebbero di-

ventati due fenomeni?

«Al 100 per cento».

Vi sentite ancora?

«Con Nico spesso, almeno una volta al

mese, quest'inverno poi ha comprato un

kart per allenarsi. Con Lewis meno: è sin-

gle, ha una vita più complicata...».

Da ragazzini erano diversi anche fuori

dalla pista?

«A quei tempi li alloggiavo a Padova, in

un hotel vicino alla dogana: lei ha pre-

sente come sono quei posti di sera.

Dopo una pizza con mia moglie e loro

due, tornando in albergo in macchina ve-

diamo una 'lucciola'. 'Ma aspetta l'auto-

bus a quest'ora?', mi chiede Nico.

'Fammi scendere', gli fa eco Lewis scher-

zando, 'che quell'autobus lo prendo an-

ch'io!'. Capito il tipo?».

* Su gentile concessione

del Corriere dello Sport