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Azzeccata ogni
tipo di strategia
Nel Golfo gli uomini in rosso hanno azzeccato
anche le strategie, sia in qualifica – quando hanno
sacrificato la rincorsa alla pole aumentando il carico
aerodinamico in vista del giorno successivo – sia in
gara, quando l'undercut, il pit-stop anticipato di Se-
bastian Vettel si è dimostrato azzeccato, funzionale
a mettersi dietro Bottas. Ecco, Vettel: a completare
il puzzle di successo di Maranello per ora è lui. Un
pilota che pare rigenerato, tornato ai livelli di quello
che vinse quattro Mondiali con la Red Bull. Avere
sotto le regali natiche una monoposto competitiva
gli ha fatto dimenticare in fretta i malumori, i pro-
getti di trasloco, i timori di essersi infilato in un'av-
ventura perdente che lo avevano immusonito a fine
2016. Dopo la vittoria in Australia è arrivato così il
bis nel golfo, con una partenza fulminante e il sor-
passo ruggente su Hamilton alla prima curva, l'ar-
chitrave della vittoria. Stavolta la safety-car non gli
ha rovinato la festa come era successo in Cina, fa-
cendogli perdere solo 8 secondi, e la calma olim-
pica con cui Seb con le supersoft ha tenuto sotto
controllo il progetto di rimonta di Hamilton (che
aveva le soft), senza farsi prendere dal “panico da
degrado” dice molto sullo stato di grazie del tede-
sco. Che via radio ha raccontato, in italiano, come
fosse stato “un vero piacere” guidare la rossa; e sul
podio, dopo aver sentito l'inno tedesco, ha cantic-
chiato anche quello italiano: come faceva proprio
Schumi ai bei tempi. L'unica nota parzialmente sto-
nata resta Kimi Raikkonen, per ora l'ombra del cam-
pione che è stato, anche se in Bahrain nel finale si
è ripreso incalzando Bottas e sfiorando il podio.
Arrivabene e quel
pizzico di follia
«Per tutto il weekend la squadra ha dimostrato co-
raggio, determinazione e un pizzico di follia», ha
detto Maurizio Arrivabene, calcando il tono sull'ul-
timo dei tre ingredienti. «Il coraggio e la determi-
nazione erano necessari per affrontare un weekend
così, in cui sapevamo che avremmo avuto difficoltà
in qualifica, per cui basandoci sui riscontri del long-
run di venerdì ci siamo preparati al meglio della
gara: per fare questo serve anche una dose di fol-
lia... Sebastian ha fatto una grandissima gara, Kimi
è rimasto un po' bloccato in partenza e la safety-
car non lo ha certo aiutato, la SF70H si è dimostrata
forte anche su un tracciato che richiede soprattutto
trazione e potenza, e siamo riusciti a sfruttare bene
anche le gomme». Un risultato che ha fatto felice
anche Binotto («abbiamo dimostrato che avevamo
più velocità rispetto alla Mercedes, soprattutto con
le gomme da qualifica, lo dice anche il fatto che
avevamo meno usura di loro») che però evita giu-
stamente i trionfalismi precoci: «Loro sono ancora
più forti al sabato, anche nettamente rispetto alle
prime due gare». Vettel in compenso sprizzava fe-
licità: «La macchina era un sogno. Da subito ho sen-
tito che potevamo vincere. Nel finale ho
amministrato il vantaggio, sapevo che Lewis
avrebbe rimontato furiosamente, ed ero un po' pre-
occupato per via dei doppiati, ma tutto è andato
bene. Per vincere il Mondiale dobbiamo stare da-
vanti alla Mercedes, e dovremo farlo una gara alla
volta». Per ora, si ricomincia da tre.
Marchionne insiste sul gruppo
«Una vittoria di
tutta la squadra»
«E' naturalmente una grande soddisfazione tornare sul gradino più
alto. Ma è ancora più importante a questo punto avere la certezza
che la vittoria di Melbourne non era un caso e che questo Mondiale
ci vedrà protagonisti fino alla fine. Possiamo finalmente contare su
una monoposto competitiva ed è importante constatare la velocità
con cui abbiamo apportato gli sviluppi necessari per ogni gara.
Tutto ciò è frutto di un eccellente lavoro in pista come a Maranello,
quindi i miei complimenti, oltre che a Seb per il risultato in Bahrain,
vanno a tutta la squadra»