15 Set [2:05]
Indianapolis, il commento: Rossi ad un passo dal titolo, si infiamma il mercato 2009
Valentino Rossi conquistra la sua sessantanovesima vittoria nella Top Class, superando così Giacomo Agostini, che aveva affiancato a quota 68 in occasione del successo di Misano. Vince su tutti i tracciati in cui ha corso, operazione unica nel suo genere, considerando che proprio in questa stagione ha espugnato due tracciati per lui ostici come Laguna Seca, dove ha iniziato la rimonta per la conquista di un titolo mondiale ormai certo, e Misano, dove però si è corso solo due volte. Meglio ancora gli è andata a Indianapolis, dove resterà fino alla prossima stagione l’unico vincitore. Una vittoria importante, non solo perché la settima stagionale, e non solo perché arrivata in condizioni difficili con una pioggia che ha dato più che un gratta capo a molti, o perché ha concluso davanti a Casey Stoner, quarto ai piedi del podio che riesce ad incrementare dopo due gare il suo carniere di punti. È un successo importante per la dedica che porta, a nonno Dario scomparso poco prima della gara, a cui Valentino sente di intitolare questa vittoria, che potrebbe portarlo a quel titolo che il nonno tanto desiderava tornasse a casa Rossi.
Rossi vince partendo dalla pole position, ed è la seconda volta che questo accade, dopo il Mugello, ma si tratta anche della quarta vittoria consecutiva, che spiazza letteralmente la concorrenza, e che già dal prossimo appuntamento a Motegi, a fine settembre, potrebbe incoronarlo campione per l’ottava volta.
Non vince solo Rossi, ma vince la Yamaha, tornata grande grazie anche a Jorge Lorenzo, che dopo Misano si riconferma sul podio per la seconda gara consecutiva. Ci voleva, per lui, ma anche per la sua squadra che dimostra la bontà della sua moto guidata da due campioni entrambi potenziali vincitori ad ogni gara. Rammarico però per Lorenzo, che ad inizio stagione aveva esordio con tre pole position, podi a ripetizione e la prima vittoria all’Estoril. Tutto sembrava pronto per accogliere una nuova stella, ma poi l’incidente di Shanghai, che compromette un po’ la stabilità del pilota, dove si frattura le caviglie, ma corre, raggiunge persino il podio con le caviglie ingessate seduto su una sedia a Le Mans… Ma basta un ingresso sbagliato su Dovizioso in gara al Mugello, gara in cui voleva surclassare il compagno di squadra in casa per dargli un’importnate batosta psicologia, per riceverla lui la batosta psicologica, per riceverla da sé stesso. Un periodo buio, in cui cade sempre di più e va sempre meno forte, in cui ha però il coraggio (Fossimo in Formula Uno forse diremmo veramente ‘Le Palle’) di dire, a soli 21 anni, “Ho paura”. Paura di cadere, paura di non confermare le aspettative che già aveva ampiamente ripagato. Un lento recupero, in cui però non appena sembrava essere ritornato al top, veniva scaraventato via dalla sua moto, fino alla pausa estiva dopo Laguna Seca, in cui Lorenzo ha resettato il cervello, e ora è tornato. Poteva forse vincere il titolo all’esordio, ma poco male, cercherà certamente di vincere le quattro gare che restano da qui a fine stagione, per trovarsi pronto al prossimo anno come avversario certo, se non miglior candidato.
Stupisce anche Nicky Hayden ad Indianapolis, secondo con la sua Honda a raccogliere il suo primo podio della stagione, e pur correndo con una caviglia dolorante che lo costringe a salire sul podio claudicante e con una stampella, surclassa il compagno di squadra Dani Pedrosa. È vero che Hayden davanti al suo pubblico diventa un toro, ed è vero che il povero Pedrosa è alla sua prima gara sul bagnato con le nuove gomme Bridgestone, ma orami in casa Hrc si aspetta solo che finisca questo rapporto con il campione del mondo 2006 per costruire il nuovo team 2009.
Ottima prestazione dello statunitense Ben Spies, che con una wild card messa a disposizione per lui dalla Suzuki ha a dir poco umiliato Chris Vermeulen, per non parlare di un Loris Capirossi decisamente sotto tono in questo appuntamento statunitense. Non all’altezza delle aspettative, vista la gara bagnata, le Kawasaki, con Anthony West solo undicesimo, fingendo di ignorare Hopkins quattordicesimo, che però ha già in tasca la riconferma per il 2009. Pare essere ritornato Marco Melandri; ma non il campione che correva con la Honda di Gresini e lottava ad ogni gara per la vittoria, bensì quella chicane mobile in mezzo alla pista che parte indietro, parte male, e non recupera, chiudendo la gara con un distacco di 1’21”023, a dir poco imbarazzante.
Argomento meno pistaiolo, ma non per questo meno appetitoso, è quello del mercato piloti per la prossima stagione. Arrivata, dopo oltre un mese dall’annuncio del pilota ravennate, il via libera della Kawasaki per affiancare Melandri ad Hopkins. In Ducati andrà così Hayden, che lascerà in Hrc un succulento posto che verrà preso da Dovizioso, pronto ad affiancare Pedrosa nello sviluppo della nuova moto. Dopo Rossi e Max Biaggi è il terzo italiano dell’era moderna a sedere su quella sella, e speriamo per lui che le cose possano evolversi in modo maggiormente positivo che per gli altri due campioni tricolori. Da Gresini torna Toni Elias, ad affiancare Alex De Angelis. Ovviamente già confermati, ed invariati rispetto ad ora, i box Suzuki, Capirossi e Vermeulen, Tech 3, Colin Edwards e James Toseland, oltre che Yamaha con Rossi e Lorenzo. Nello Junior Team Ducati ci sarà Mika Kallio, finlandese di belle speranze cresciuto nel vivaio KTM in 125 e 250, attualmente ancora in lotta per il mondiale della quarto di litro, ad affiancare Niccolò Canepa, recentemente infortunatosi in un test con la Desmosedici. Kawasaki avrebbe pronta un’altra moto per Aspar Martinez, ma non è ancora chiaro chi dovrebbe essere il pilota a guidarla, mentre la quinta Ducati, gestita dalla famiglia Nieto con i fondi della Onde 2000 e affidata a Sete Gibernau, attende la propria conferma a seconda dell’introduzione del monogomma: qualora vi fosse monofornitura, la moto impiegata per lo sviluppo degli pneumatici diventerebbe inutile e verrebbe quindi schierata regolarmente in gara. Discorso inverso, invece, per la Honda, che nel caso rimanga il dualismo attualmente presente, potrebbe finanziare una seconda Rc212v per il team JiR, con la ricostituzione della formazione unitaria di Gianluca Montiron, affidata con il supporto delle coperture francesi al giovane Ben Spies.
Antonio Caruccio
Nella foto, Jorge Lorenzo