Fastlane Magazine - page 19

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entusiasmo. Una cosa fondamentale in
tutte le imprese. Ovvio avevamo già delle
idee sull'assetto. Da li siamo partiti e poi
le abbiamo sviluppate. In questo modo
siamo arrivati ad ottenere un buon
assetto e prestazioni di rilievo”.
Come è stato guidare questa
macchina così diversa? Da fuori è
sembrato che il tempo non sia passato
visto che hai ritrovato i meccanismi
del pilota abbastanza in fretta…
“Fortunatamente sono istruttore presso la
scuola di Siegfried Stohr. Questo
significa passare da sessanta a ottanta
giornate all'anno in pista. Non ho corso,
ma in realtà questa attività mi ha
permesso di migliorami molto sul
controllo della vettura e sulla dinamica
del veicolo. Ho capito anche tante altre
cose che prima facevo di istinto ed ora
sono più veloce di prima. Come si può
vedere quindi la pausa non mi ha
penalizzato più di tanto”.
Dopo Imola la stagione ha preso la
piega giusta visto che sei diventato
uno dei due attori principali del
campionato.
“Dopo la gara in Italia è arrivata quella in
Austria dove in qualifica abbiamo fatto
segnare il secondo tempo. Poi, il sabato
sera c'è stata una verifica e nel rimontare
la macchina abbiamo commesso un
errore di inesperienza. In gara non sono
quindi riuscito ad andare più in la del
quinto posto. Poi, però, siamo riusciti a
vincere la seconda gara anche se
abbiamo capito che rispetto alla
concorrenza ci mancava qualcosa in
termini di assetto”.
Quindi è arrivato il fine settimana di
Adria…
“La svolta. Abbiamo rivoluzionato la
macchina ed abbiamo trovato l'assetto
giusto. E' stata anche la gara che ha
segnato l'inizio della rivalità con Nogues.
Un confronto molto acceso che non ho
mai visto in nessuna categoria.
Questa esasperazione ha poi
condizionato gara due, visto che siamo
arrivati al contatto. Il clima si è così un
po' guastato e siamo andati a Monza con
questi stati d'animo. Quella brianzola è
una pista strana che si presta a molti
risultati anche se non si ha una macchina
buona. Molti piloti nell'ultimo giro hanno
tagliato la chicane e chi ha pagato sono
stato io che all'ultimo giro ero primo e di
colpo mi sono ritrovato dietro.
Pazienza…”.
Dopo il Mugello, l'idea della vittoria in
campionato è forse più lontana. Ma
perché non provarci?
“Parto sempre per vincere le gare, poi è
chiaro che più ne vinci più ti avvicini alla
conquista del campionato. Io resto
tranquillo. La mia carriera non cambierà,
ma è chiaro che a fine anno avere un
titolo in bacheca fa molto piacere. Sarà
molto difficile, ma noi ce la mettiamo
tutta. Questa squadra è fantastica. E'
fatta di ragazzi eccezionali e sarebbe
bello portargli un trofeo alla fine
dell'anno. Ad oggi sembra realmente
molto difficile, ma mai dire mai”.
dire mai”
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