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FORMULA 1
ENZO FERRARI – 1. PUNTATA
UN DESTINO
SCRITTO
Enzo Anselmo Ferrari, secondogenito di un
piccolo imprenditore emiliano, nasce a
Modena il 18 febbraio 1898, ma a causa di
una copiosa nevicata i suoi genitori ne regi-
strano la nascita solo due giorni più tardi.
Il primo contatto con l’automobile avviene
nel 1903, quando il padre Alfredo acquista
una De Dion Buton 3CV. Cinque anni dopo
la svolta che segnerà l’intero arco della sua
vita, quando il giovane Enzo assiste ad una
gara automobilistica sul circuito di Bolo-
gna, che si snoda sulla via Emilia. Ferrari
ne rimane fortemente impressionato e i
continui discorsi che si fanno in casa sua
sull’automobile e sull’enorme potenzialità
di questo mezzo di locomozione non fanno
altro che aumentare la sua passione. Nel
1916 la vita spensierata di quegli anni viene
però bruscamente sconvolta da una serie di
eventi che segneranno profondamente la
sua vita. Nel giro di pochi mesi muoiono sia
il padre Alfredo sia l’amato fratellomaggio-
re e, dopo lo scoppio della prima guerra
mondiale, il giovane Ferrari viene arruola-
to nel 3° Artiglieria da montagna. Al fronte
si ammala gravemente e per lungo tempo è
ricoverato in ospedale. Quando, al termine
del conflitto bellico, viene dimesso, cerca
inutilmente di farsi assumere alla Fiat. La
sua richiesta viene respinta, ma Ferrari non
si perde d’animo e riesce comunque a tro-
vare un impiego fisso, presso un’officina
torinese che trasforma vecchi autocarri
Lancia in automobili di rappresentanza.
Compito del giovane Ferrari è quello col-
laudare i telai modificati e di portarli a
Milano, alla carrozzeria Italo-Argentina. In
questo periodo l’intraprendente Enzo ha
modo di conoscere i nomi che contano
dell’automobilismo dell’epoca: Biagio e
Felice Nazzaro, Umberto Cagno, Riccardo
Salamano, il meccanico di Piero Bordino e
Ugo Sivocci, che lo fa assumere prima come
collaudatore, poi come pilota, alla CMN
(Costruzioni Meccaniche Nazionali). Inizia
così la carriera di Enzo Ferrari pilota.
IL DEBUTTO
DA PILOTA
La prima gara cui partecipa è la corsa in
salita Parma-Poggio di Berceto del 1919,
dove si classifica quarto nella categoria tre
litri, alla guida di una 4 cilindri CMN 15/20.
Nello stesso anno è nono assoluto alla Tar-
ga Florio, un piazzamento di tutto rispetto
per un esordiente. Nel 1920 viene ingaggia-
to dall’Alfa, con la quale ottiene ottimi
risultati nel periodo che va dal 1921, al 1931.
Ferrari pilota è secondo alla Targa Florio
del ‘20, terzo alla Parma-Poggio Berceto e
primo alla coppa Alpi del ‘1921. Vince il Cir-
cuito di Ravenna nel biennio 1923/24 e
sempre lo stesso anno si aggiudica la pre-
stigiosa Coppa Acerbo, a Pescara. Quando,
nel 1923, vince il primo Circuito del Savio,
viene avvicinato dal Conte Enrico Baracca
e dalla contessa Paolina, che lo pregano di
mettere sulle sue macchine il cavallino
rampante, l’emblema che era stato il sim-
bolo del loro figlio Francesco, l’asso del-
l’aviazione italiana nella prima guerra
mondiale. “Le porterà fortuna", gli dicono.
NASCE LA
SCUDERIA FERRARI
E di fortuna Enzo Ferrari ne ha un gran
bisogno. E’ un buon pilota, ma è nato in un
periodo sbagliato, avendo come avversari
campioni del calibro di AntonioAscari, Ugo
Sivocci, Giuseppe Campari o Giulio Maset-
ti. Questa constatazione cambierà il corso
della sua vita e farà nascere il vero Ferrari.
L’organizzatore, l’agitatore di uomini, l’im-
prenditore di successo. I primi passi in que-
sta direzione risalgono al 1923 quando,
resosi conto dell’inferiorità tecnica dell’Al-
fa P1, Ferrari non esita a strappare due tec-
nici di indubbio valore alla Fiat: Luigi Baz-
zi, che sarà il suo alter ego a Maranello e
Vittorio Jano, il padre dell’Alfa P2. Il rap-
porto con la casa di Arese milanese durerà
fino al 1939, ma già nel 1929 il Drake costi-
tuisce aModena la "Scuderia Ferrari", l’em-
brione dal quale nascerà la futura casa di
Maranello. Sono anni di attività frenetica
per l’ambizioso imprenditore emiliano. Nel
1931, dopo la nascita del figlio Dino, il Dra-
ke smette di correre e la Scuderia Ferrari
intensifica le partecipazioni a gare di auto,
principalmente con le Alfa Romeo, e di
moto. Al tempo stesso Ferrari dirige la filia-
le Alfa per l’Emilia, la Romagna e le Mar-
che, anche se i rapporti con la casa del
Biscione non sono sempre idilliaci. Nello