Guido Rancati
Un sospiro lungo lungo e un bacio alla
coppa. Dani Sordo sfoga l’enorme ten-
sione con gesti semplici. E’ commosso e
non fa niente per nasconderlo. “L’ora
passata a non far niente fra la prima e
la seconda sfida sulla Dhrontal è stata
davvero lunga”, fa il cantabrico davanti
alla solita selva di microfoni e taccuini.
E non ha bisogno di insistere per essere
creduto: il tempo trascorso ad aspettare
l’inizio dell’ultimo, decisivo round non
può che essergli parso interminabile. Il
primo verdetto dell’ultima frazione gli
era stato favorevole, in poco meno di
venticinque chilometri aveva puntella-
to la sua leadership dando altri due
secondi e due a Thierry Neuville. Un
segnale, l’ennesimo, che il cantabrico
avevamandato al belga per fargli sapere
che non aveva nessuna intenzione di
mollare l’osso. Che era deciso a battersi
agli stramassimi fino alla fine. Per vin-
cere, finalmente. Ed alla fine ha vinto.
Alla sua centosettesima presenza in un
rally iridato, dopo aver collezionato ven-
ti secondi e quattordici terzi posti, s’è
conquistato l’attico del podio. E’ pronto
a dar la stura alla sua felicità e a rovinar-
gli la festa non basta la curiosità di chi
vuol sapere da lui se la vittoria tedesca
lo aiuterà a garantirsi un volante anche
nella prossima stagione: “Non lo so e in
questo momento la cosa mi interessa
poco. Se così sarà, meglio, ma se non
dovesse succedere, mi andrà bene lo
stesso”, ribatte al volo senza pensarci
neppure un attimo. Poi racconta delle
emozioni forti che ha appena vissuto
nella Power Stage: “Sapevo che Thierry
stava attaccando come un matto e non
ero tranquillo neppure quando, dopo
che avevo oltrepassato il controllo-stop,
via radio mi avevano informato che era
in ritardo. Per sapere di avercela fatta,
ho dovuto aspettare che anche lui finisse
la prova…”.
“Non ho vinto, ma ho di che essere sod-
disfatto”, osserva Neuville dopo aver
spiegato che i cinquanta e passa secondi
che rendono il suo distacco finale fin
troppo severo li ha lasciati a una man-
ciata di chilometri dalla fine, conceden-
dosi una divagazione campestre: “Al
terz’ultimo intermedio ero più veloce di
Dani di un secondo, al penultimo era-
vamo alla pari: dovevo assolutamente
provarci…”. Già, doveva. Gli è andata
relativamente male, ma la divagazione
– seconda sbavatura in una gara altri-
menti perfetta – non gli ha impedito di
allungare la sua serie positiva. “E
soprattutto – aggiunge – penso di aver
dimostrato qualcosa”. E’ così e adesso è
più che mai l’uomo-mercato in vista
della prossima stagione. Malcolm Wil-
son ha una gran voglia di tenerlo e tut-
tavia, per farlo, dovrà vincere la concor-
renza della Citroen, dove i suoi respon-
sabili hanno più di una mezza idea di
riprenderlo...
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MONDIALE RALLY
GERMANIA
Dani Sordo