Italiaracing.net Magazine - page 46

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SPECIALE
IL CUORE NELLE CORSE - 4A PUNTATA
senza pretesa di stipendio ma solo con il
contributo spese, a lavorare nelle catego-
rie minori quali il F3 o il Go-Kart: in que-
ste categorie un giovane meccanico
impara a svolgere compiti semplici entro
tempi determinati e ad ascoltare il pilota
e l’ingegnere. Se il meccanico è bravo ed
è veramente appassionato - entrambi gli
aspetti sono essenziali! - sarà subito
notato dalle squadre di GP2 o di F1 per-
ché il pilota o l’ingegnere che proseguo-
no verso categorie superiori certamente
si ricorderanno di lui».
Si può respirare l'emozione delle corse
anche senza essere piloti o meccanici.
Dai commissari di percorso ai direttori
di gara, quali sono le altre professionalità
di questo mondo?
«Innanzitutto ricordiamo che per ogni
professione è necessaria una preparazio-
ne adeguata; nel Motor Racing in parti-
colare, la comunità “Motor Racing” è
così ristretta che i dilettanti sono veloce-
mente scoperti e allontanati perché si
richiede un vero spirito sportivo e una
profonda onestà. Tra le professionalità
tecniche adatte al contesto Motor
Racing, oltre a piloti, ingegneri e mecca-
nici, ci sono società che progettano e
costruiscono circuiti, fornitori di mate-
riale tecnico (caschi, tute, scarpe, volan-
ti, software di cronometraggio e di
gestione del cambio e della frizione ) for-
nitori di sensori, pneumatici, ammortiz-
zatori, freni, serbatoi, radiatori. Ci sono
anche ingegneri dei materiali per forni-
ture di acciai speciali e fibre di carbonio
e ingegneri delle telecomunicazioni…
L’elenco potrebbe continuare».
Un argomento molto delicato: I genitori
possono essere una risorsa o un ostacolo
nella carriera dei piloti. Quali sono le tue
esperienze sotto questo profilo?
«… Vedi alla voce procuratori. I genitori
spingono i figli aspiranti piloti a soddi-
sfare i propri desideri più di quelli dei
figli e non è infrequente assistere ad un
rifiuto improvviso di proseguire la car-
riera del padre o del nonno: pensiamo al
recente esempio del figlio di Damon e
nipote di Graham Hill. Tuttavia ho visto
illuminanti esempi di segno opposto,
GrahamRahal ha corso nella Indycar per
molti anni in una squadra concorrente a
quella del padre Bobby; ho visto padre e
figlio correre insieme e uno contro l’al-
tro, come Mario e Michael Andretti, e in
tempi più recenti Michael e Marco. Vor-
rei ricordare le illuminanti parole di
Gibran nel libro “il Profeta” :«Voi siete
gli archi da cui i vostri figli come frecce
viventi sono scoccati. L'Arciere vede il
bersaglio sulla traiettoria dell'infinito, ed
Egli vi tende con la Sua forza affinché le
Sue frecce possano andare veloci e lon-
tane. Fate che il vostro tendervi nella
mano dell'Arciere sia per letizia; poiché
proprio come Egli ama la freccia che
vola, così Egli ama anche l'arco che è sta-
bile».
Proviamo per un attimo a calarci anche
nel ruolo dello spettatore: che consigli
daresti a chi vuole aumentare la propria
competenza e imparare a valutare una
gara, un pilota, la prestazione di un team
in maniera meno ingenua, più attenta,
meno da tifoso, insomma, e più da addet-
to ai lavori? Ci sono insomma dei trucchi
che ci aiutano a decifrare una gara anche
osservandola fuori dai box e dal cockpit?
«Lo spettatore generico e passivo è quel-
lo che alla fine paga lo spettacolo e per
questo ha il diritto di comprenderlo. Non
si merita di farsi affascinare (per le
immagini) e incantare (per le parole) da
commentatori occasionali che in diretta
descrivono situazioni che essi stessi non
comprendono. Lo spettatore appassio-
nato e attivo va molto al di là e respira
l'odore delle corse, la benzina e il pneu-
matico, il metallo caldo; lo spettatore
appassionato arriva a Indianapolis all’al-
ba per assorbire l'acre odore del nuovo
giorno quando piloti e meccanici si pre-
parano alla battaglia di fronte a 500.000
spettatori».
Per finire, una domanda un po' filosofi-
ca. In pista e nella vita, secondo te, gli
uomini si comportano nella stessa
maniera, o la pista è una lente che
ingrandisce i nostri pregi e i nostri difet-
ti?
«Le grandi persone viste troppo da vici-
no risultano spesso deformate nelle loro
passioni e nel loro carattere; sì, il palco-
scenico delle competizioni rivela la verità
che accompagna un uomo. Biante, uno
dei sette saggi dell’antichità diceva che
“se vuoi conoscere una persona mettila
sul palcoscenico”: nel linguaggio moder-
no diremmo “dimmi come usi il potere,
e ti dirò chi sei”».
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