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Caro Andrea, questa volta parliamo di un
argomento che immagino ti stiamolto a cuo-
re: gli ingegneri nel mondo delle corse. Par-
tiamo dalla tua esperienza personale: come
sei arrivato ad occuparti di motorsport?
«Conseguita a pieni voti lamaturità al liceo classico,
ho frequentato il Politecnico di Milano, facoltà di
Ingegneria Aerospaziale. Il perché di questa scelta,
a distanza di trent’anni, mi è in parte oscuro e forse
legato ad alcune parole scambiate con il compagno
di banco durante gli ultimi giorni del Liceo: una di
quelle svolte inconsapevoli della vita… Ti confesso
che durante gli anni trascorsi a frequentare Inge-
gneria ho sofferto un disagio sottile: intorno a me
molte persone pratiche con cui era fuori contesto
discutere di etica, giustizia, verità e bellezza per cui
trascuravo lamia formazione “umanistica”. Poi, con
il tempo, ho ricordato le parole del “Maestro di color
che sanno”: “La filosofia e' scienza teoretica della
verità; se la verità è conoscenza delle cause ultime,
la filosofia non deve avere fini pratici; fine della
scienza pratica e' l'azione giusta, fine della scienza
teoretica la verità”. Entrambe le dimensioni, pratica
e teoretica, sono necessarie e occorre coniugare
Azione e Verità ed è improprio ricercare o preten-
dere una utilità pratica negli studi teoretici, perché
il nostro animo non vive del conveniente. Ma fac-
ciamo la storia breve….durante gli anni di Ingegne-
ria ho incontrato la mia futura moglie, mi sono tra-
sferito a Parma e adesso lavoriamo insieme in Dal-
lara».
Be’, decisamente un happy end! Enzo Fer-
rari diceva (e scriveva): “Piloti, che gente!”.
Ma anche sugli ingegneri c’è una vasta lette-
ratura: hanno spesso fama di essere metico-
losi e noiosi, ma conoscendoli si capisce che
spesso possiedono un grano di indispensa-
bile follia: tu che fai parte della categoria
come li giudichi? Quanto conta la fantasia e
l’immaginazione e quanto la razionalità?
«E’ difficile da credere ma la parola greca “tecne”
(da cui tecnologia) significa “arte”! e i due concetti
celano un’interessante connessione: gli ingegneri
applicano la scienza mediante varie tecnologie, cer-
cano l’esecuzione ben fatta secondo le norme e i
canoni del mestiere, sono artigiani che non inseguo-
no telecamere o etichette. L'etichetta serve quando
non conosci il tuo cliente e il tuo cliente non ti cono-
sce, quando il prodotto non riesce a parlare da solo
e deve essere sovraccaricato da significati e sugge-
stioni. Per questo gli ingegneri hanno quindi un
Perpensare
aprite lam
Ci avviciniamo alla metà del nostro viaggio nel mondo del motorsport,
e questa volta il terreno da esplorare è quello che riguarda gli ingegneri:
che hanno fama di essere persone terra terra e fin troppo “pratiche”,
ma in realtà spesso possiedono intuizione, genialità e un grano di sanissima follia.
Per diventare come Adrian Newey e Gian Paolo Dallara servono capacità e serietà,
ma è necessario anche saper abbattere gli steccati fra le discipline,
essere curiosi, e nutrirsi di insegnamenti che vengono anche da persone
e contesti apparentemente lontani dal mondo delle gare
SPECIALE
IL CUORE NELLE CORSE - 5A PUNTATA
di Andrea Toso, con la collaborazione di Stefano Semeraro