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WTCC
YVAN MULLER
A Monza però, si è subito intuito che sia il
francese sia la squadra erano ancora di un
altro pianeta. Dopo la pole position è arri-
vata una doppia vittoria che ha subitomes-
so in chiaro i valori. Per molti è stata una
sorpresa perché tutti si aspettavano che la
Honda, unico marchio assieme alla Lada
presente in forma ufficiale, potesse pren-
dere subito quel ruolo che era appartenuto
alla Chevrolet. Ma il WTCC, a dispetto del-
la considerazione che gode, resta un cam-
pionato in cui è difficile vincere subito. E
così con una Honda al di sotto delle aspet-
tative e con i migliori piloti divisi fra mac-
chine vecchie o troppo lente è stato facile
per Muller prendere il largo. Di suo ci ha
messo la solita grinta, la velocità che altri
non hanno e la sua propensione a sbagliare
poco o nulla. I soliti black-out che caratte-
rizzavano le sue annate si sono presentati
una volta sola, in Argentina. Sono così
arrivate sei vittorie e tanti piazzamenti
quasi sempre a podio. Un ruolino impres-
sionante che gli altri non hanno avuto. Gli
unici zero in casella sono arrivati appunto
quelli dell’Argentina dove ha rimediato un
drive-through per aver speronato Tiago
Monteiro e in gara due in Giappone quan-
do si è stampato sul rail in partenza dopo
un contatto conNorbertMichelisz. Il mon-
diale però, lo aveva già conquistato da
un'oretta nella prima frazione.
Un titolo questo che ha rafforzato la sua
immagine di miglior pilota del mondiale
Turismo e oltre. Yvan infatti, corre sul
ghiaccio, ha affrontato la Dakar e non
disdegna ogni tanto qualche apparizione
nei rally oltre che provare vetture GT un
po' ovunque. Un “racer” nel senso vero del
termine. Un pilota quasi d'altri tempi a cui
piace affrontare ogni genere di sfida a
quattro ruote. Con queste premesse era
logico che la Citroen lo volesse per svilup-
pare la sua Elysée con la quale sbarcherà
nel WTCC nel 2014. Logico, ma non scon-
tato. “Quest'anno – ha proseguito il fran-
cese – ho lavorato su più fronti. Prima a
convincere la Citroen a venire nel campio-
nato, poi a convincere Loeb ed infine a
convincere i vertici della casa a prender-
mi”. Da oggi la nuova sfida è già comincia-
ta. Una sfida affascinante che lo vedrà
coinvolto ancora in un programma ufficia-
le e tutto francese. Dovesse farcela anche
in questo caso sarebbe la consacrazione
definitiva. Vorrebbe dire aver vinto un
titolo mondiale con tre marche diverse.
Ma questo è il futuro e le parole poco più
che visioni. Il presente invece, impone un
tributo doveroso ad un campione che ha
meritato tutto dal primo all'ultimo metro.
Chapeu Monsieur Muller, a la prochai-
ne....
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