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FORMULA 1
GP COREA
Stefano Semeraro
Per Lewis Hamilton ormai è questione di
noia. «C’è una macchina che passa 30
secondi prima delle altre, gli spettatori
non vedono una vera corsa, una lotta ruo-
ta a ruota. Se in partenza sai come andrà
a finire, diventa noioso». Il dominio di
Sebastian Vettel è talmente netto – quat-
tro vittorie negli ultimi quattro GT e la
possibilità di chiudere aritmeticamente il
conto già domenica prossima in Giappone
– che ormai tutti gli avversari hanno
abbassato le mani, buttato tutte le spugne
che avevano. Seb ci prova, a raccontare
che per lui non è così, che «in partenza ero
nervoso, perché è sempre difficile quando
dopo lo start c’è un un lungo rettilineo»,
ma ormai sembrano frasi di circostanza.
Cortesie per gli sconfitti. Thierry Salvi,
motorista della Renault, ha anche tentato
di spiegare che «per Seb non si è trattato
di una vittoria semplice come è sembrata.
Con due safety car ha dovuto fare un dop-
pio lavoro per scavare un solco con gli
avversari e c’è riuscito mettendo ancora
una volta in mostra il suo grande talento».
Che nessunomette in dubbio, come abbia-
mo ripetuto fino allo sfinimento, ma che
non può – da solo – giustificare una supe-
riorità così netta della sua Red Bull.
A Singapore Giancarlo Minardi, sfruttan-
do la sua expertise di antico conoscitore
della F.1 aveva gettato un sasso, sostenen-
do che il motore della Red Bull “suonava
diversamente” da quello delle altre mono-
posto. Come del resto avviene fin dalla
prima gara del mondiale… Chris Horner e
il team si erano affrettati a precisare che
non c’è niente di illegale nascosto sotto il
cofano della RB9, men che meno il vieta-
tissimo traction-control. «La centralina è
identica per tutti e controllata dalla FIA –
aveva dichiarato – chiunque provasse a
barare sarebbe un pazzo». Ma mentre
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