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anche Hamilton buttava lì parole sibilline,
lo stesso Vettel aveva ammesso che un
“trucco”, per quanto legale, esiste. «Solo
che nessuno riesce a capire come faccia-
mo», aveva gongolato.
In Corea qualcosa di più è emerso. Il
segreto, secondo quanto riportato da
Autosprint e da altri quotidiani italiani,
starebbe nell’uso di una mappatura del
motore particolare (e geniale) che con-
sentirebbe alla Red Bull di sfruttare al
meglio i soffiaggi dei gas di scarico
andando ad influire sul carico del retro-
treno a seconda del tipo di curva. Il rego-
lamento prevede infatti che quattro cilin-
dri su otto possano essere disattivati in
staccata, ma non prescrive quali. Adrian
Newey, sempre lui, avrebbe chiesto allora
ai motoristi di fare in modo che ci siano
quattro scoppi su una bancata e nessuno
sull’altra. In questo modo si otterrebbe
un soffiaggio asimmetrico sugli scarichi
che riprodurrebbe, in maniera legale, l’ef-
fetto del traction control, consentendo
all’astronave blu di ottenere vantaggiosi
carichi aerodinamici anche a basse velo-
cità. Per riuscirci però, è necessario che il
pilota sia molto sensibile nel gestire l’ope-
razione, e qui starebbe l’abilità di Vettel,
che dopo ore e ore di addestramento al
simulatore sarebbe ormai un mago nel-
l’operazione – a differenza del suo com-
pagno di squadra Mark Webber. Anche
ammettendo che sia tutto vero, però, il
vantaggio degli anglo-austriaci rimane
troppo elevato, e quindi non è escluso che
esistano altre diavolerie escogitate da
Newey & Co., ma ancora indecifrabili per
la concorrenza.
Il risultato per i non tecnici, invece, non
cambia: Vettel è ormai virtualmente cam-
pione, e a meno di catastrofi difficili da
immaginare agguanterà il suo quarto titolo
mondiale. E di vincere, questo è sicuro, lui
non si è ancora stufato.
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