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Allo stesso momento, Magnussen non
poteva credere di ritrovarsi nel team uffi-
ciale senza passaggi intermedi. Una occa-
sione magnifica per lui che come abbiamo
già avuto modo di scrivere, ricorda al cento
per cento quella ricevuta da Hamilton alla
fine del 2006 dopo che aveva vinto il cam-
pionato GP2. L’inglese, cresciuto sotto l’ala
McLaren, venne subito promosso in F.1 con
la squadra diretta da Ron Dennis al fianco
di Fernando Alonso. E vi furono scintille
pazzesche nel corso di quel campionato con
un Hamilton subito in grado di vincere e
segnare pole. Sarà così anche per Magnus-
sen? Prima di tutto è necessario che la
McLaren non stecchi un’altra vettura, dopo
di che ci sarà da fare i conti con tutte le novi-
tà tecniche previste per il 2014, a partire dai
motori turbo. Non lo attende una passeg-
giata, ma il giovane Kevin ha le spalle lar-
ghe e tanta voglia di lavorare.
Come ce l’ha Kvyat, longilineo ragazzo rus-
so che venerdì scorso ha partecipato al pri-
mo turno di prove libere con la Toro Rosso
lasciatagli da Jean-Eric Vergne. Ancora più
di Magnussen, che oltre ai due anni di WSR
vanta anche due stagioni in F.3 (una inGer-
mania, una in Gran Bretagna) e in
F.Renault 2.0, Kvyat haminore esperienza.
Soltanto nel 2012, da pilota Junior RedBull
stava vivendo la sua seconda stagione in
F.Renault 2.0 dopo un’annata in F.BMW,
ma questa stagione ha percorso tantissimi
chilometri tra GP3 e FIAF.3. Kvyat ha com-
piuto un gran balzo in avanti a partire dalla
metà del 2012 e praticamente non si è più
fermato rimanendo sempre al vertice in
ogni classifica. Anche Daniil, come Kevin,
ha scatenato il malumore in un collega, tra
l’altro amico e compagno di appartamento
a Milton Keynes: Antonio Felix Da Costa.
Certo, Kvyat poco c’entra, la decisione è
partita dall’alto e non vogliamo dilungarci
nel discorso del supporto economico targa-
to SMP che avrebbe portato alla Toro Ros-
so. La gerarchia del programma Red Bull è
stata scompaginata, ma alla fine quello che
è importante è che la F.1 si ritrova un russo
veramente capace, talentuoso, come mai le
era capitato. Ogni particolare riferimento a
Vitaly Petrov non è casuale…Kvyat ha sem-
pre avuto il merito di apprendere veloce-
mente le cose nuove da affrontare e lo farà
anche con la Toro Rosso che aveva assag-
giato in luglio a Silverstone, pur brevemen-
te, appena 22 giri prima di finire in testa-
coda. Ora quest’altra esperienza ad Austin
che proseguirà a San Paolo venerdì. Siamo
certi che Kvyat si ritaglierà un posto nobile
in F.1, con la speranza che Helmut Marko
gli dia il tempo per maturare e crescere, e
gli sorrida anche negli eventuali momenti
bui senza farsi prendere dalla sua abituale
frenesia del risultato.
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