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Dizionario
Velocità
Il vocabolo moderno deriva dalla radice seman-
tica vi/vl/ve che si ritrova nelle parole “volgere”,
“volare”, “vigile”, “veicolo”, cioè in tutte quelle
parole associate al movimento rapido. Curiosa
anche l’etimologia di “Speed”, termine dell’in-
glese medioevale per Velocità. Nell’inglese
medioevale “sped” indicava successo, avanza-
mento, aspettativa. Questo termine inglese deri-
va a sua volta dal latino “Spes” , speranza.
Accelerazione
“Celer” in Latino indica Veloce. Da cui ad esem-
pio Posta Celere. “Ad-celerare” significa quindi
aumentare la velocità.
Ore , Minuti e Secondi
Ora deriva dal nome del dio egizio Horus, divi-
nità del Sole che regola la durata della luce del
giorno. Minuto dal latino “ minuere”, da cui
diminuire, sminuire e minuto di corporatura.
Indica una “misura piccola”. I minuti primi, o
semplicemente “minuti”, sono la sessantesima
parte dell’ora. Iminuti secondi, o semplicemente
“secondi”, sono la sessantesima parte dei minuti
primi. La divisione in sessantesimi deriva dal-
l’astronomia Babilonese.
Miglio
Dal Latino “Mille” e “Milia” indica la distanza
percorsa in mille passi di marcia dei soldati
“militari”. Da “miglio” deriva Pietra miliare per
indicare lungo la strada i multipli di questa
distanza. Curiosa la denominazione scelta per la
famosa gara delle Mille Miglia!
Record
Nel Francese medioevale e poi nell’Inglese, indi-
ca prima il Testimone che si impegna a scrivere
i fatti e a firmare la dichiarazione; per estensione
è la Testimonianza scritta di un evento (da ricor-
dare).
tempo e di prestazione è un bel Master, e
per di più è gratuito. Poi, da grande, puoi
fondare la tua squadra corse e trasmettere
ai giovani quello che hai imparato per rin-
novare e trasmettere la tua esperienza per-
sonale e soprattutto la tua arte».
Se tu fossi stato un pilota, in quale
categoria avresti voluto gareggiare, e
perché?
«Penso che avrei desiderato correre in For-
mula 3 perché tecnicamente in quella cate-
goria c’è tutto: il differenziale, l’aerodina-
mica, le gomme, le sospensioni, il motore,
il cambio. Ricordo di aver visto più volte
William Hewland negli anni ’90 correre
nella classe B del campionato inglese F3:
senza pretese, molto sobriamente, per il
piacere di verificare il cambio che proget-
tava suo padre. Adesso è direttore in
Hewland.
E poi Le Mans: avrei voluto essere al fianco
di SteveMcQueen anche solo per guardarlo
quando girava le riprese del film, un film
stranissimo, senza parole. Perché nel
Motorsport non servono tante parole: le
parole incantano come le parole delle Sire-
ne di Ulisse. Diceva recentemente Papa
Francesco, ripetendo il salmo, “guardati
dalle parole che ti lodano”. Ma soprattutto,
ti confesso, avrei voluto qualificarmi e par-
tire per la 500 Miglia di Indianapolis. In
questo, ho ammirato senza riserve Jean
Alesi che nel 2012, al termine di una carrie-
ra emozionante, con il cuore in mano, ad
oltre quarant’anni ha corso a Indianapolis:
non ho parole, mi ha commosso. Un giorno
di questi chiederò ai meravigliosi ragazzi
del simulatore Dallara di lasciarmi guidare
virtualmente su quella pista e, dopo aver
attivato tutti i consensi in abitacolo, chie-
derò loro di andarsene di soppiatto, chiu-
dere la porta e lasciandomi solo con il
Mito».
Steve McQueen
in una pausa del film “Le Mans”
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