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FORMULA 1
LA STORIA
Alfredo Filippone
La Formula 1 non tornerà più sul Valencia
Street Circuit. La crisi economica che ha
colpito in modo particolarmente duro la
regione di Valencia ha definitivamente
affossato gli ultimi tentativi di trovare una
collocazione nel calendario del Mondiale
F.1 dei prossimi anni, magari in alternanza
con il circuito di Barcellona. E’ di questi
giorni la notizia che il governo regionale di
Valencia sta discretamente negoziando con
Bernie Ecclestone la rescissione del con-
tratto che legava il circuito cittadino alla
FOM, con l’obiettivo dichiarato di evitare la
penale prevista, 54 milioni di euro, a cam-
bio di cedere tutto il materiale asportabile
(muretti, recinzioni, tribune) dell’impianto
non permanente al patron britannico, che
pare stia trattando la questione con inusi-
tata benevolenza. Albert Fabra, il nuovo
presidente della regione, è stato chiarissi-
mo: “Non posso fare tagli alla sanità o
all’istruzione, chiedere sacrifici ai cittadini
e spendere denaro, che peraltro non abbia-
mo, per fare un Gran Premio.” Non sono
parole di circostanza, visto che Fabra ha
dovuto decretare recentemente la chiusura
pura e semplice della TV regionale, diven-
tata un ‘carrozzone’ pubblico con ben 1700
dipendenti, e fronteggiare le conseguenze
del fallimento delle due maggiori casse di
risparmio locali, Bancaja e CAM. In liqui-
dazione è pure la Valmor, la società che
gestiva il tracciato cittadino e il GP e che ha
lasciato un buco di 89 milioni di euro.
Il Valencia Street Circuit, con il magnifico
ponte girevole di Calatrava, era il fiore
all’occhiello del vasto programma di rilan-
cio della città varato una quindicina di anni
fa dalle autorità locali, che ha certamente
portato grandi vantaggi all’urbe, come il
restauro del centro, il recupero del litorale
e del letto del fiume Turia che l’attraversa-
va, ma che si è finanziariamente perso nella
scellerata politica da ‘folie des grandeurs’
portata avanti dal precedente presidente
regionale, Francisco Camps, e dalla sinda-
co, tutt’ora in carica, Rita Barberá. Città
delle Scienze, Museo d’arte moderna, Pala-
sport, Centro Congressi, America’s Cup
(due edizioni), Gran Premio di F.1 cittadi-
no: nulla era abbastanza bello né troppo
caro per fare di Valencia la nuova Barcello-
na del Mediterraneo. La crisi, purtroppo,
ha anticipato l’inevitabile momento del
conto. Quello economico e quello politico,
con Camps travolto da uno dei vari scandali
di mazzette puntualmente spuntati fuori
attorno ai faraonici cantieri e ai grandi
eventi, quest’ultimo ramo della trama è
quello che sta inguaiando anche il genero
del Re, Iñaki Urdangarín.
Sui conti del GP i numeri sono ballerini.
Organizzarlo costava fra gli 8 e i 12 milioni
l’anno, cui bisognava sommare i 27 di cano-
ne a Ecclestone e i 22 di diritti TV. A salvare
l’evento non sono bastate le cifre del ritorno
generato, quantificato da uno studio del-
l’Università di Valencia in 403 milioni di
euro per le cinque edizioni disputate fra il
2008 e il 2012, e in 4.859 posti di lavoro.
Nel frattempo, una semplice visita alla zona
del Grao, l’ex-porto della città dove sorge-
vano le basi dei team dell’America’s Cup e
si snodava il tracciato del GP, fa piangere il
cuore: erbacce e rifiuti ovunque, sottopassi
inondati, recinzioni e muretti accastonati,
strutture metalliche e impianti elettrici
vandalizzati. Una vera e propria rovina,
anche metaforica, che non lascia dubbi: “la
fiesta ha terminado”.
Bernie Ecclestone, ai tempi dello splendore, con la sindaco Rita Barberá
e l’allora Presidente regionale, Francisco Camps
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