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FORMULA 1
DI PADRE IN FIGLIO
Filippo Zanier
Promessa bruciata della F.1 degli anni 90,
Jan Magnussen ora vede suo figlio entrare
nel Circus dalla porta principale, con un
posto da titolare in McLaren. E racconta il
suo passato, con le intemperanze e le occa-
sioni perse, e un presente fatto di un rap-
porto padre/figlio determinante per la car-
riera del giovane Kevin. A giurare sulle sue
immense capacità sono stati in tanti. A par-
tire da Ron Dennis, che nel 1995 lo scelse
come tester e pilota di riserva per la McLa-
ren, per arrivare a sir Jackie Stewart, che lo
volle nel suo team per due stagioni certo
che fosse "il talento più grande che la F.1
avesse visto dopo Ayrton Senna" . Jan
Magnussen, però, quella fiducia non l'ha
mai saputa ripagare. Ingoiato dalla F.1 e
sputato a fine 1998 con un solo punto all'at-
tivo, il pilota danese si è poi costruito una
carriera di successo nelle gare Endurance
con la Corvette (quattro successi alla 24Ore
di Le Mans all'attivo), ma resta uno dei più
grandi talenti sprecati del Circus. Oggi,
però, si trova in una situazione singolare:
la settimana scorsa ha visto suo figlio Kevin
debuttare nei test di Jerez come pilota tito-
lare sullaMcLaren, un obiettivo che lui non
ha mai centrato, ma a cui forse si sentì vici-
no in occasione del GPdel Pacifico del 1995,
quando fu chiamato a sostituire Mika Hak-
kinen che era stato operato di appendicite.
Finì decimo, appena alle spalle del compa-
gno Mark Blundell, ma non fu abbastanza
per guadagnarsi un sedile da titolare per il
1996. Di questo, delle sue occasioni perse e
di quelle invece finora sfruttate al meglio
dal giovane Kevin, Magnussen ha parlato
in un'intervista rilasciata al quotidiano bri-
tannico The Guardian, eccone i passi prin-
cipali.
IL RAPPORTO
CON RON DENNIS
"Mi sono fregato con le mie mani. Sono
sicuro di aver lasciato in Ron Dennis un
grande senso di frustrazione. Fumavo rego-
larmente, non mi allenavo ed ero comple-
tamente disorganizzato. Semplicemente
non ero pronto per la F.1."
LASCIARE LA MCLAREN
PER LA STEWART
"Ron mi avvertì di non lasciare il team, ma
a quel tempo ero come sordo, non sentii
una parola di quello che mi disse. Volevo
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