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RENAULT 3.5
LUCA GHIOTTO
Filippo Zanier
Luca Ghiotto è l'unico italiano fresco di
conferma al via della World Series
Renault 3.5 2014. E la situazione non sem-
bra destinata a cambiare. Non è una
responsabilità da poco per un rookie, ma
il veneto alla pressione è abituato. Viene
infatti da due stagioni tiratissime in cui ha
chiuso i campionati che disputava al
secondo posto, dopo lotte sul filo dei punti
chiuse solo all'ultima gara. Dopo tre anni
nelle serie propedeutiche (F.Abarth e
F.Renault 2.0) la firma con la Draco rap-
presenta per lui un grande salto, a cui ha
però già dimostrato di essere pronto con
le ottime performance messe in mostra
nei test che hanno chiuso il 2013. Per Ita-
liaracing ha fatto un bilancio della sua gio-
vane carriera e raccontato le sue aspetta-
tive per la stagione in arrivo.
Come ti senti dopo l'annuncio della
firma? È stata la naturale conse-
guenza delle buone sensazioni date
dal test dello scorso novembre ad
Alcaniz?
"Beh sì, diciamo che tutto è iniziato con
quel test. Da una parte le prestazioni hanno
dimostrato che ero pronto per il salto in
World Series Renault, dall'altra il feeling
con lo staff Draco è stato immediato e reci-
proco. Si sono detti soddisfatti del mio
approccio, mi hanno elogiato per impegno
e professionalità e per un pilota è una gros-
sa gratificazione, specialmente quando gli
attestati di stima vengono da un gruppo
così esperto. Io sono rimasto a mia volta
molto colpito: inWSR tutte le squadre sono
professionali, ma Dracomi è sembrata ave-
re una marcia in più. Ho avuto altre offerte
per il 2014, ma sinceramente ero certo fin
da subito di volere loro".
Nei test hai mostrato subito un buon
passo nonostante fossi al debutto
assoluto sulla monoposto Renault
3.5. La macchina è stata come te la
aspettavi?
"Più o meno. Dal punto di vista della guida
ho assimilato abbastanza in fretta l'uso dei
freni in carbonio, mentre credo che per un
rookie la cosa più difficile sia capire il limi-
te della macchina in curva, perché il carico
aerodinamico permette di entrare a velo-
cità pazzesche e prendere comunque la
corda. Si tratta, però, solo di accumulare
chilometri, poi diventerà naturale. Mi
aspettavo una macchina molto 'fisica', i
racconti di altri piloti che l'hanno guidata
e dei responsabili delle squadre mi aveva-
no messo in guardia, ma quando ci sono
salito l'ho trovata ancora più dura di
quanto credessi. Non ha servosterzo e
quindi è faticosa per le braccia, ma è
soprattutto il collo che soffre, a causa delle
accelerazioni laterali a cui non si è assolu-
tamente abituati venendo dalle macchine
più piccole".
Quindi il tuo inverno è stato concen-
trato sulla preparazione fisica?
"Come mai prima. Basti dire che dai giorni
seguenti il test di Alcaniz ad oggi la forza
del mio collo è raddoppiata. Ho passato
tre mesi in palestra, sei giorni alla setti-
mana per più di tre ore al giorno. Del resto
è un lavoro che bisogna concentrare in
questo periodo invernale, perché poi
durante la stagione i fine settimana di gara
e le sessioni di test non lasciano il tempo
per un allenamento così pesante. So che il
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