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CIVM
PICCHIO
Gianluca Marchese
Mentre i calendari delle salite 2014 sono
ora ufficiali e l'inverno della specialità ruo-
ta intorno al possibile ed epocale approdo
di Simone Faggioli in Norma (con addio
all'Osella), i primi “botti” di mercato pro-
vengono da casa Picchio, dove i programmi
sono diventati addirittura doppi. Il costrut-
tore marchigiano con sede nell'abruzzese
Ancarano, sta preparando una stagione da
altissima quota suddivisa tra il Campionato
Italiano Velocità Montagna e la grande sfi-
da della cronoscalata più famosa al mondo:
la Pikes Peak, quest'anno di scena il 29 giu-
gno. Dopo un paio di stagioni a singhiozzo,
nel CIVM la Picchio tornerà finalmente in
pianta stabile con il giovane figlio d'arte
Michele Fattorini al volante di un evoluto
modello P4 equipaggiato con gomme Avon
(molto probabilmente) e con un V6 aspira-
to da 2500cc di derivazione Alfa Romeo
DTM, che sostituirà il propulsore 1.7 turbo
utilizzato sulla biposto fino al 2013. Così il
turbo finirà dritto nell'impegnativa avven-
tura della Pikes Peak, che per la Picchio
rappresenta “un vero e proprio sogno”,
come sottolinea il patron Francesco Di Pie-
trantonio, che risponde sui due programmi
stagionali.
Ingegnere, perché proprio Fattorini
jr?
“In primis perché è un pilota veloce e pro-
mettente, oltre che positivo da un punto di
vista caratteriale. In più (sorride, ndr) pesa
poco, fattore che non guasta mai. Da un
punto di vista più prettamente 'logistico',
invece, non avendo la possibilità di seguire
il programma inmanierà più ufficiale attra-
verso Tschager Motorsport, come eravamo
abituati, per noi sarà molto utile poter con-
tare su una struttura come quella del papà,
l'esperto Fabrizio Fattorini, in grado di
gestire bene il prototipo insieme al tecnico
di supporto che metteremo a disposizione
per la messa a punto.”
Che cosa cambia quest'anno sulla P4
del Civm?
“Se dovessi fare una politica di marketing
direi che è totalmente nuova. In realtà cam-
bia anche abbastanza, ma soltanto nel
retrotreno. Dal parafiamma in avanti è
identica, dietro è del tutto nuova, tra air-
box, impianti di lubrificazione e raffredda-
mento, attacchi, scarichi, che quest'anno
diventano doppi, e naturalmente motore,
la grande novità che ci fa appunto rinnova-
re i vari elementi collegati. Però, su questo
propulsore dobbiamo lavorare ancora e
capire davvero quanto funzionerà in questo
primo anno. Sono ottimista: l'auto è pro-
mettente e leggera e con questo V6 il telaio
guadagnerebbe in efficienza. Comunque
dovremo fare esperienza, al momento sap-
piamo soltanto che ha un sound straordi-
nario, davvero un suono tra i migliori che
abbia sentito, affascinante.”
Il modello cambierà nome o sigla?
“Non abbiamo ancora deciso. Dato che il
prototipo, essenzialmente, è una derivazio-
ne del precedente al massimo nel nome
aggiungeremo un secondo elemento dopo
P4.”
L'avventura per la Pikes Peak: come
è nata l'idea?
“Gli aspetti considerati sono vari. In Ame-
rica siamo già stati presenti all'inizio degli
anni Duemila con un prototipo per la
Grand Am. Poi siamo tornati a competere
in Europa con un programma in salita.
Abbiamo un po' unito le due anime: cor-
rere in salita negli States. La Pikes Peak è
sempre stato un sogno. Prima per metà il
tracciato era sterrato, quindi si trattava
perlopiù di costruire una 4x4. Ora che è
tutto asfaltato l'impresa è diventata meno
complicata e più adatta agli europei.
Soprattutto a chi aveva già un'auto turbo:
dovendo salire oltre i 4000 metri un pro-
pulsore sovralimentato è praticamente
obbligatorio. Inoltre, siamo davvero felici
che la nostra domanda di iscrizione sia
stata accettata perché un costruttore ita-
liano, almeno a memoria, tra le auto non
ha mai partecipato ufficialmente e quindi
saremmo i primi.”
Con quali obiettivi? La categoria
Unlimited, in pratica l'assoluta,
sarà piena di pretendenti...
“Meglio fare terzi sfidando una concor-
renza qualificata piuttosto che vincere da
soli. Già partecipare senza patire proble-
mi sarebbe un bel successo, utile pure per
l'esperienza sulla vettura, per affidabilità,
affrontare la problematica dell'aria rare-
fatta eccetera.”
In questo contesto che cosa cambia
sulla P4 turbo?
“Cambia molto, perché si tratta di un'auto
quasi nuova, anche se la carrozzeria
resterà pressoché identica, ali a parte, che
saranno maggiorate e poste più in alto,
ma non in maniera esasperata. Sotto il
'vestito', invece, ci sarà molto di diverso,
a iniziare dalle misure e dalla robustezza
del telaio. Poi il cambio, per il quale è pre-
visto un sostanzioso upgrade sullo
Hewland sequenziale a 6 rapporti già pre-
Picchio P4