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LE MANETTE
ta uscito, tornò a correre in IndyCar vin-
cendo anche la Lone Star 500 in Texas nel
1998. Poco dopo, notando divergenze tra
le sensazioni riportate agli ingegneri e la
telemetria, si sottopose a controlli neuro-
logici scoprendo di essere affetto dal mor-
bo di Huntington, una grave malattia
neuro-generativa. Ora risiede a Las
Vegas, dove si guadagna da vivere come
istruttore di guida e, probabilmente, con-
tinua a chiedersi che fine abbia fatto la
povera mamma.
Ma assieme ai Paul, un’altra famiglia fu
coinvolta in pieno nello scandalo dell’IM-
SA. In carcere finirono anche i tre fratelli
Whittington, Bill, Don e Dale. Piloti,
Team Owner ed imprenditori nel traspor-
to aereo, Bill e Don erano addirittura riu-
sciti ad acquistare il tracciato di Road
Atlanta utilizzandone il rettilineo come
pista d’atterraggio, oltre che a vincere la
24 Ore di Le Mans nel 1979 insieme a
Klaus Ludwig. Unico a salvarsi con una
condanna leggera fu il giovane Dale, ma
fu lui a pagare il conto più salato con il
mondo della droga. Riuscì a tornare a cor-
rere (le ultime apparizioni furono in
ALMS e Grand Am all’inizio degli anni
2000), ma morì poco dopo, nel 2003, a
causa di un’overdose. Per quanto riguar-
da Bill e Don, a fine 2012 sono stati
sospettati di aver “prestato” gli aerei della
loro piccola compagnia ai cartelli della
cocaina. Se l’accusa venisse provata,
avrebbero poche chance di rivedere la
luce del sole.
Le storie di droga nel motorsport ameri-
cano sono tornate ancora sui giornali.
Nel 2007 la DEA (Drug Enforcement
Agency) perquisì la sede del team Con-
quest dopo l’arresto in Olanda di Charles
Zwolsman Sr. Il padre dell’omonimo
pilota, già più volte nei guai, tornò in car-
cere e morì nella sua cella un anno dopo
l’ultima condanna, nel 2011. Nessuno in
casa Conquest venne accusato, e la squa-
dra passò all’IndyCar. Ma il futuro, si sa,
sono i crimini da colletti bianchi, e pro-
prio degli ultimi giorni sono le condanne
per truffa di Gregory Loles ed Henry
Zogaib. Uno a uno per ALMS e Grand
Am: entrambi avevano attuato uno sche-
ma Ponzi, con una differenza. Se nelle
grinfie di Loles era finita una chiesa,
Zogaib aveva messo sul lastrico diversi
colleghi. Il canadese, vincitore di una
gara a Laguna Seca, aveva truffato il
compagno di macchina Ryan Dalziel ed il
team manager Peter Baron, costretto a
chiudere la sua scuderia per tornare l’an-
no seguente con il nome Starworks, oltre
ad altri piloti. Loles, teammanager insie-
me a Horst Farnbacher di una Porsche
GT, si è beccato 25 anni, mentre Zogaib
ne dovrà scontare 15, più altri 15 di liber-
tà vigilata.